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Furbetti del vaccino, una tendenza virale. Gli irriducibili ci riprovano: tra ieri e domenica, più di 200 persone sono state rispedite a casa dal centro vaccinale anticovid di Avellino perché non avevano i requisiti per rientrare nelle categorie di fragili o caregiver.
Dunque, dopo i respingimenti di massa dell'altra settimana (circa 4mila), c'è chi continua a provarci: falsi fragili e di conseguenza sedicenti accompagnatori (caregiver, appunto) che, in molti casi, con la complicità dei medici di base (che hanno il compito di inserire i fragili in piattaforma) cercano di saltare la fila. Sottraendo tempo, e quando ci riescono anche fiale, a chi è ancora in attesa. E questa è un'altra nota dolente. Infatti, in provincia di Avellino, a dispetto dei dati dell'Unità di crisi regionale, aspettano ancora la convocazione diversi cittadini con più di 80 anni non deambulanti. Circostanze che mettono in discussione i dati diffusi nei giorni scorsi dalla Regione e dall'Asl di Avellino che avevano annunciato il completamento degli ultraottantenni, dei fragili e dei non deambulanti (100 per 100 dei prenotati). Altri disagi per tutti coloro che hanno chiesto, ma mai ottenuto, il cambio di categoria: si tratta di persone, ultrasettantenni e ultrasessantenni, che hanno commesso errori in fase di registrazione o di altre che i medici responsabili dei centri vaccinali non hanno ritenuto idonee, in prima convocazione, per il vaccino AstraZeneca. Da settimane, alcune da mesi, stanno vivendo un'odissea tra l'invio di e-mail e telefonate al call center dedicato (irraggiungibile per intere giornate) per chiedere, appunto, il cambio di categoria. Senza mai ottenerlo.
Una delegazione, mercoledì scorso, s'è recata nella sede di via Degli Imbimbo per un chiarimento ottenendo rassicurazioni dagli uffici. Tuttavia a distanza di quasi una settimana, alcuni hanno verificato che il cambio di categoria non è ancora avvenuto. In aggiunta, in un quadro già a tinte fosche, domenica la sospensione dell'attività, per mancanza di vaccini, nei centri di Altavilla, Flumeri e Moschiano. E ieri solo nel centro del Vallo di Lauro. Altro che «decollo della campagna vaccinale». Altro che «organizzazione per fare 5mila dosi quotidiane», come la manager Maria Morgante ha affermato.
Ultima tegola, che pure sta creando ulteriore ansia nella popolazione, la tempistica dei richiami per il vaccino Pfizer. Inizialmente previsto a 21 giorni dalla prima dose, poi spostato a 42, quindi a 30 con effetto retroattivo e infine, senza alcuna comunicazione ufficiale ai vaccinandi ma con una disposizione trasmessa da Napoli al direttore generale dell'Asl, a 35 giorni ma soltanto per chi ha fatto l'iniezione da giovedì scorso in poi. E tra tutte queste difficoltà da oggi la platea dei destinatari si amplia. Al via, infatti, le registrazioni per la fascia di età dai 40 ai 44 anni. In totale, in provincia di Avellino hanno aderito alla campagna vaccinale anticovid 180mila 602 persone su circa 320mila aventi diritto (popolazione adulta). Fino a questo momento, l'Asl di Avellino ha somministrato 205mila 593 dosi. Di queste, oltre 140mila sono prime dosi (il 43 per cento circa della popolazione adulta) e circa 60mila seconde dosi (il 18 per cento circa della popolazione adulta). Nemmeno ieri toccata quota 4mila, l'Asl ha fatto appena 3mila 350 dosi: 119 a Monteforte Irpino, 158 a Mirabella Eclano, 117 a Sant'Angelo dei Lombardi, 58 a Montemarano, 468 ad Avellino, 129 a Montoro, 125 a Solofra, 216 al centro Vita e 167 al palazzetto dello sport di Ariano Irpino, 131 a Vallata, 201 ad Atripalda, 72 a Flumeri, 129 a Cervinara, 298 a Montefalcione, 162 a Grottaminarda, 115 a Mercogliano, 119 ad Altavilla Irpina, 130 a Mugnano del Cardinale, 105 a Montella, 66 a Bisaccia, 133 a Lioni, 18 a domicilio, 114 nel drive through della caserma Berardi di Avellino.
Il Mattino