Delitto Bembo, danni all'auto di un parente di Iannuzzi

Nelle ultime settimane non sono mancati appelli affinché venissero messi da parte odio e ritorsioni

L'intervento della polizia
Danneggiata l'auto in uso a un familiare stretto di Nico Iannuzzi, il 31enne accusato di aver accoltellato il ventenne di Mercogliano Roberto Bembo la mattina di Capodanno. ...

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Danneggiata l'auto in uso a un familiare stretto di Nico Iannuzzi, il 31enne accusato di aver accoltellato il ventenne di Mercogliano Roberto Bembo la mattina di Capodanno.


Anche questo episodio, insieme ad altre valutazioni da parte degli organi competenti, potrebbe aver portato alla decisione di trasferire Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, 28 anni, dalla casa circondariale di Bellizzi Irpino in altre strutture carcerarie della Campania.

Il primo si trova ora nella casa di reclusione di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), l'altro nel penitenziario di Salerno. La decisione è stata assunta, dunque, per motivi di sicurezza. Il danneggiamento della vettura (sono stati squarciati gli pneumatici) del familiare di Iannuzzi avrebbe spinto ad adottare la scelta di allontanare da Avellino i due giovani accusati di aver provocato la morte di Roberto Bembo. L'episodio è sotto la lente della Squadra Mobile, diretta dal vicequestore Gianluca Aurilia, che continua le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo (titolare dell'inchiesta è il sostituto procuratore Vincenzo Toscano). Un fatto preoccupante, se dovessero arrivare riscontri circa un possibile collegamento tra la tragedia di Capodanno e la determinazione di qualcuno di provare a vendicarsi o a scaricare così la propria rabbia. Ieri al settimo della morte di Bembo, la celebrazione funebre svoltasi ieri nella chiesa dell'Annunziata di Mercogliano, polizia e carabinieri hanno svolto controlli all'esterno del luogo sacro.

Nelle ultime settimane non sono mancati appelli affinché venissero messi da parte odio e ritorsioni da vescovo Arturo Aiello, dal sindaco della città alle falde di Montevergine, Vittorio D'Alessio, da don Vitaliano Della Sala.
Niente vendetta, niente odio, ma solo il ricordo di un giovane che era impegnato nelle attività sociali nel Comune di Mercogliano e che conoscevano in tanti. Sul fronte investigativo, l'attività non si ferma. La sequenza del dramma dell'alba di capodanno (erano circa le 7 dell'1 gennaio) è praticamente definita. Roberto Bembo venne accoltellato alla gola, alla schiena e all'addome in seguito a una banale lite per un parcheggio: un'auto che ostacolava il passaggio di un'altra vettura, di fronte a un bar di via Nazionale a Torrette di Mercogliano.

Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo sono ristretti in carcere dal primo gennaio. Si sono costituiti lo stesso giorno dell'aggressione, accompagnati dal loro legale Gaetano Aufiero dopo una breve fuga. In serata si consegnarono in Questura. Ora si attende la relazione del medico legale relativa all'esame necroscopico effettuato sul corpo del ventenne la scorsa settimana. I risultati dell'autopsia daranno un contributo importante alle indagini, soprattutto, per accertare quale colpo inferto al ragazzo abbia provocato il decesso. Quattro i fendenti che lo hanno attinto, due alla schiena, uno all'addome e uno alla gola. Il ventenne, oltre ad essere accoltellato (ad impugnare la lama fu Nico Iannuzzi che ha ammesso le sue responsabilità in sede di interrogatorio di garanzia e ha chiesto perdono per quanto fatto), sarebbe stato colpito anche con un tirapugni utilizzato da Luca Sciarrillo. In seguito al decesso di Roberto Bembo, che ha lottato tra la vita e la morte per dieci giorni in un letto dell'unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale Moscati, la posizione dei due presunti autori è cambiata: devono rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Indagato anche il fratello di Luca Sciarrillo, Daniele, 33 anni, che avrebbe avuto un ruolo marginale nella vicenda. Il 33enne per quel drammatico episodio è stato solo denunciato. E' finito ai domiciliari, invece, per possesso di sostanze stupefacenti. Nelle ore immediatamente successive alla lite, nel corso della perquisizione venne trovato un modico quantitativo di droga. Di qui, la misura nei suoi confronti. La famiglia di Roberto Bembo si è affidata all'avvocato Gerardo Santamaria per essere assistita in questa triste vicenda.
 

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Il Mattino