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C'è un messaggio che arriva dal telefono di Giovanni Limata, inviatogli dalla sua ragazza Elena Gioia, pochi minuti prima dell'omicidio: «Papà sta dormendo». Lui fa lo screenshot e lo invia alla sua amica di Caserta Selina Nanni. A quel punto, siamo a pochi minuti dal delitto, Selina chiama Sara Clemente, l'altra amica di Giovanni che abita a Cervinara, e le dice: «Fatti accompagnare da tua madre ad Avellino, andate a prendere Giovanni».
Quel che stava per accadere era chiaro alle tre donne. Giovanni lo aveva finanche scritto sul calendario in cucina a casa di Sara, segnando con una X il giorno dell'omicidio. Poi c'erano state le conversazioni via chat con Selina e il racconto che quest'ultima ne fa a Sara che infine informa sua madre.
Il racconto di una ragazza di diciotto anni, chiaramente alle prese con una vicenda più grande di lei, non risponde alla domanda che grava sul processo a Giovanni Limata, il 23 enne accusato dell'omicidio di Aldo Gioia, il padre della sua fidanzata, avvenuto il 23 aprile dello scorso anno ad Avellino.
Come appare difficile capire fino in fondo lo spaccato di vita che gli adolescenti protagonisti di questo efferato delitto ricostruiscono. Selina parla di una «cottarella» per Giovanni, ma in realtà i due si sono visti si è no una volta (la ragazza da Caserta andava a Cervinara con la amdrea trovare la nonna). E anche Sara aveva detto di un suo invaghimento per il giovane. Più torbido il passaggio delle chat agli atti che parlano di una relazione del giovane anche con la madre di Sara: tra i due le chat, ancora le chat, sono piene di allusioni e frasi erotiche.
Selina non risponde alla principale delle domande: perché tutti sapevano delle intenzioni di Giovanni e nessuno denuncia? La stessa Selina quando legge lo screenshot di Elena mandatole da Giovanni «Papà sta dormendo», sa bene di che cosa si trattasse. Aveva avuto modo nei tre giorni precedenti, come racconta in aula, di vedere il countdown pubblicato sulla sua storia su Instagram da Giovanni. E anche di capire a cosa si riferisse.
«A me aveva scritto che avrebbe dovuto uccidere l'intera famiglia di Elena e poi che avrebbe dovuto uccidere solo il padre e la madre», dice.
Quegli screenshot arrivano nella notte del 23 aprile alla questura di Avellino proprio da Selina via Sara che se li fa mandare. E' la cronaca dell'omicidio annunciato, a cui si aggiungono gli screenshot trovati sul telefono di Giovanni in cui Elena detta le mosse a Giovanni. E così cadevano nel vuoto tutti gli allarmi, le richieste di aiuto che Giovanni lanciava.
«Papà sta dormendo», anche l'ultima richiesta, sotto forma di screenshot, inviata all'amica di Caserta, cosa voleva dire? Era il messaggio pressante di Elena, era il segnale della sua decisione: vendicare i presunti soprusi alla sua ragazza da parte della famiglia Gioia.
Selina racconta anche di aver provato a dissuaderlo, gli aveva chiesto di cercare un'altra strada.
E tra i misteri di questo omicidio annunciato c'è il clima ovattato che si respirava in casa della vittima, indubbiamente un nucleo familiare straziato prima e dopo quel 23 aprile ma che provava a mantenere dignità e fermezza rispetto a questa storia d'amore tra Giovanni ed Elena,
Le amiche della madre di Elena, Erminia Renzulli e Loredana Urciuoli ieri hanno raccontato di una ragazza chiusa e del tentativo di Liana Ferraiolo di aiutare in tutti i modi quella ragazza. Ma c'era da aiutare anche Giovanni, ben prima che la situazione precipitasse. Il luogotenente Gianluca Contini comandante della Stazione dei Carabinieri di Cervinara racconta che ben sei volte tra il 2002 e il 2021 aveva ricevuto denunce per risse in cui era stato protagonista Giovani, un tentavo di suicidio e uno di autolesionismo. Prossime due udienze fissate il 30 marzo e 27 aprile 2022.
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Il Mattino