Avellino, Multari disegna la Dogana: «Un mix tra antico e nuovo»

Avellino, Multari disegna la Dogana: «Un mix tra antico e nuovo»
A Piazza Amendola si respira finalmente un futuro dal sapore antico. La pulizia straordinaria della Dogana ha mostrato di nuovo le bellezze dell'opera del Fanzago, nascoste...

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A Piazza Amendola si respira finalmente un futuro dal sapore antico. La pulizia straordinaria della Dogana ha mostrato di nuovo le bellezze dell'opera del Fanzago, nascoste per decenni sotto la coltre dei rifiuti e delle erbacce.


Nel frattempo, lo studio Corvino e Multari ha ormai completato le attività di rilievo condotte con piglio scientifico per la redazione del progetto definitivo di restauro conservativo del più importante monumento della città. Elmetto in testa e strumentazione tecnologica a portata di mano, ieri mattina, l'architetto Giovanni Multari era tra le mura dell'ex cinema Umberto, per toccare con mano punti di forza ed elementi di debolezza di un'impresa che tutta la città ora chiede con forza.

Ed ha annunciato l'imminente consegna del progetto definitivo: «La pulizia straordinaria ha consentito di accedere in sicurezza al cantiere. Chiusa l'acquisizione dei dati scientifici, faremo la messa a punto del progetto, che conto di presentare all'amministrazione ed alla città, quale soluzione definitiva, per le prossime settimane. Cioè entro luglio».

Ormai ci siamo. Dalle parole si è passati ormai ai fatti. Multari può anche spiegare, dati alla mano, in che condizioni versi un antico manufatto sulla cui tenuta persino l'archistar Massimiliano Fuksas si era mostrato preoccupato: «Abbiamo trovato quello che ci aspettavamo continua il progettista È un edificio che ha subito un grave danno 30 anni fa e, da allora, non è mai stato curato. Al netto della messa insicurezza che lo ha conservato fino ad oggi».
Proprio intorno all'impalcatura di ferro ordinata anni fa dalla Procura per prevenire il rischio crolli, si era ammassata la spazzatura. «Avremo i dettagli su alcuni materiali autentici che potrebbero essere ancora nelle murature, ed altri che stiamo ancora indagando, ma credo che l'edificio - dice - non abbia grossi problemi».

Avellino però vuole sapere come sarà la nuova Dogana. Il comitato che, da anni, si batte per la sua salvezza auspicava il rispetto dell'opera del Fanzago. L'architetto Multari non ha più dubbi: «Siamo di fronte al classico progetto antico-nuovo, in cui dobbiamo conservare le permanenze storiche. La facciata verrà restaurata filologicamente, e credo che l'intero edificio meriti una conservazione morfologica complessiva». L'esterno, dunque, sarà pienamente rispettato. E gli spazi interni? «Sarà un costruire nel costruito. Il perimetro ribadisce è affidato alla storia, lo spazio interno sarà invece aperto, disponibile, flessibile, a beneficio della città e dei giovani, secondo il programma dell'amministrazione comunale».

Secondo indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane, sarebbe volontà del sindaco immaginare una copertura che sia possibile calpestare, per eventi o presentazioni. Ed è un'ipotesi progettuale, questa, che Multari conferma: «Si vorrebbe poter ispezionare l'edificio in tutte le sue quote ed è una cosa che stiamo valutando».

Il cronoprogramma, dunque, è segnato. Per luglio il definitivo, poi bisognerà chiedere i pareri agli enti. «A quel punto - chiosa l'architetto - andremo con la fase esecutiva da cantiere per fare l'appalto». Non c'è tempo da perdere. Al momento, la deadline per la spesa dei fondi Pics, che finanziano il progetto con 3,5 milioni di euro, porta al 31 dicembre 2023. In meno di un anno e mezzo, insomma, bisognerà chiudere la progettazione, appaltare l'opera, realizzare i lavori e rendicontare. Il Comune deve fare in fretta per poter spendere i fondi ottenuti nel 2018. E per farlo deve far partire il cantiere. Nell'ipotesi in cui, alla fine dell'anno prossimo, i lavori fossero almeno prossimi alla conclusione, è chiaro che il rischio di perdere i fondi si ridimensionerebbe fino a scomparire.

La buona notizia è che di fatto, con la pulizia straordinaria, l'intervento è già partito. E la nuova vista su Piazza Amendola non è sfuggita ai residenti e ai commercianti del nuovo centro storico con la pedonalizzazione serale. «Dopo tanti anni - evidenzia il commerciante Giuseppe Iannaccone - i leoni di Piazza Amendola riprendono luce». Una residente ricorda che «ne manca ancora uno, conservato altrove». È il tema ulteriore della statuaria, che con la riqualificazione della Dogana dovrà tornare nella sua destinazione originaria.
 

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Il Mattino