Comunali, l'Irpinia dice trentatré: candidature in famiglia

Comunali, l'Irpinia dice trentatré: candidature in famiglia
I partiti, chi li ha visti? Nessuno. I parenti, invece, si districano in scioltezza nei corridoi dei 33 Comuni irpini chiamati al voto il prossimo 3 e 4 ottobre. Si parla...

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I partiti, chi li ha visti? Nessuno. I parenti, invece, si districano in scioltezza nei corridoi dei 33 Comuni irpini chiamati al voto il prossimo 3 e 4 ottobre. Si parla ovviamente di familiari dei sindaci uscenti, chiamati a dare continuità agli schieramenti amministrativi (e alle relative dinastie) in caso di rinuncia o di incandidabilità del primo cittadino giunto a fine mandato. Non essendoci in gioco il capoluogo, nei centri della provincia destinati a rinnovare i consigli, da Monteforte a Petruro, i principali esponenti politici del territorio si sono mossi quasi sempre in autonomia, sfornando alleanze di scopo e spaccando, in più di un caso, il fronte regionale che fa capo al governatore De Luca. I cui fedelissimi, in testa il consigliere dem Maurizio Petracca e quello renziano Enzo Alaia, sembrano volersi giocare la leadership locale contrapponendo tra loro i propri candidati di punta.


Ormai non si scandalizza più nessuno. Basti pensare che non in un Comune di mille abitanti, ma negli Usa, qualche anno fa Hillary Clinton ha provato ad emulare, senza successo, il marito ed ex presidente Bill. Più fortunata, in tal senso, è stata l'anno scorso Nadia Manganaro, divenuta sindaco di Volturara succedendo al coniuge Marino Sarno. Bene, anche in questa tornata si registrano «affari di famiglia» nelle competizioni comunali. Tutto legittimo, si diceva, ma anche segnale di una politica locale che proprio non riesce a garantire un ricambio, se non quello generazionale. Così a Montefalcione la demitiana Maria Antonietta Belli lascia spazio alla figlia Rossella Baldassarre, mandandola peraltro in campo con un big come Angelo Antonio D'Agostino, patron dell'Avellino calcio, ex parlamentare, desideroso di dire la sua prima nel comune di origine, poi alle prossime Provinciali (da sindaco potrebbe candidarsi presidente in alternativa all'amico Gianluca Festa, fascia del capoluogo). Missione non facile, in ogni caso molto meno di quella a cui è chiamato Pasquale Tirone a Manocalzati. Il dentista si candida, senza rivali, prendendo di fatto il posto del fratello Lucio, che a sua volta lo aveva avvicendato cinque anni fa. Sperava in qualcosa di simile ad Avella Vincenzo Biancardi, fratello del presidente della Provincia Domenico, che ha esaurito i due mandati e si limita alla candidatura a consigliere per potersi riproporre alle Provinciali. Vincenzo, già sindaco in passato, avrà in lista anche la figlia di Enzo Alaia, Anna. Ma troverà anche due avversari agguerriti, la dem Chiara Cacace e Mario Montanile. A completare il quadro dei consanguinei è poi Adolfo Alaia, che torna in scena a Sperone per raccogliere, si fa per dire, l'eredità del nipote Marco Santo. Parola d'ordine: continuità.

Lo si era capito già da qualche settimana: la coalizione deluchiana di centrosinistra nei piccoli e medi centri irpini avrebbe avuto problemi di tenuta. E così è stato. Al di là della completa assenza di simboli e di dichiarazioni dei vertici di partiti come Pd (che però ha una lista di sezoine a Serino) e M5s (Solo il coordinatore di Forza Italia Carmine De Angelis ha lanciato la candidatura di Maria Vivolo a Bagnoli), sono palesi i duelli tra aspiranti sindaco riferibili ai consiglieri regionali avellinesi. A Monteforte l'uscente Costantino Giordano, vicinissimo a Maurizio Petracca, confida su una coalizione «contiana», che conta esponenti delle correnti dem dell'altro consigliere regionale Livio Petitto e di Gianluca Festa, ma anche la pentastellata Chiara Motta. Di contro, l'inedito sfidante Angelo Montuori è invece supportato da Enzo Alaia, oltre che dall'ex consigliere regionale di Fi Sergio Nappi.

Petracca, di contro, ha così schierato la Cacace ad Avella per insidiare l'asse tra Alaia e i Biancardi. Non solo, il democrat e il renziano sostengono candidati diversi anche nel bailamme di Forino, mentre un'intesa è stata trovata a Guardia Lombardi e in altri centri più piccoli. L'intenzione dei big irpini, nel complesso, è chiaramente quella di misurarsi anche in vista delle elezioni di secondo livello per il vertice di Palazzo Caracciolo, previste a fine anno. Con la voglia di poter rivendicare la candidatura apicale. Il tutto D'Agostino permettendo, che però dovrà prima farsi eleggere a Montefalcione, e poi trovare una strategia comune con Festa e Petitto. Niente, ma proprio niente, appare scontato.

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Il Mattino