Venti palloncini bianchi ognuno con il nome degli altrettanti operai dell'ex Isochimica di Avellino morti per patologie collegate alla prolungata esposizione all'amianto,...
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L'iniziativa voluta da Annalisa Massidda, compagna di Alessandro Manganiello, ex operaio dell'azienda di Elio Graziano che scoibentava carrozze ferroviarie deceduto a 67 anni nel febbraio del 2016, ha rilanciato la richiesta di riportare ad Avellino il processo, trasferito a Napoli nell'aula bunker di Poggioreale per motivi logistici, per consentire alle 253 parti civili costituite di essere presenti alle udienze. I familiari degli operai deceduti hanno anche espresso timori sul rischio prescrizione che potrebbe cadere sul processo, (presidente Sonia Matarazzo, giudici a latere Gennaro Lezzi e Pierpaolo Calabrese), nel quale compaiono 26 imputati che a vario titolo devono rispondere di omicidio colposo plurimo, lesioni dolose, concorso in disastro ambientale e omissione di atti d'ufficio. Dal processo è uscito Elio Graziano, scomparso il 4 marzo dello scorso anno all'età di 85 anni. Intanto l'udienza programmata per oggi è saltata a causa dell'astensione degli avvocati. Sui tempi della prescrizione, i legali delle parti civili mostrano comunque un «prudente ottimismo».
La decorrenza della prescrizione, nel caso Isochimica scatterebbe a partire dal 2012 quando gli accertamenti strumentali dell'Inail evidenziarono la presenza delle patologie asbesto correlate in 156 ex operai.
Il Mattino