L'allarme dei fornai in Campania: «Farina sparita, pane a 4 euro al chilo»

L'allarme dei fornai in Campania: «Farina sparita, pane a 4 euro al chilo»
«La guerra c'entra poco. E' il pretesto per speculare. Gli accaparramenti di materia prima sono già in atto, gli aumenti sono alle porte, fino a 4 euro al...

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«La guerra c'entra poco. E' il pretesto per speculare. Gli accaparramenti di materia prima sono già in atto, gli aumenti sono alle porte, fino a 4 euro al chilo per il pane base», lo annuncia in una riunione dei panificatori campani a Confcommercio Avellino, il presidente regionale della categoria Domenico Filosa. L'obbiettivo è arrivare all'autosufficienza: «Nella regione del pane, della pasta e della pizza non può mancare la filiera della produzione del grano dop. Ci sono decine e decine di ettari di terreni incolti che possono essere utilizzati», dice Filosa. I panificatori puntano a costruire la filiera con gli agricoltori: «Porteremo grano di qualità ai mulini, possiamo fare a meno della produzione estera. Ma ora prezzi alle stelle».


L'obbiettivo è avere pane di qualità e tutelare i panificatori che sono oltre tremila in Campania, duemila a Napoli, 300 in Irpinia e Sannio, qualcosa in più nel Casertano». Poi ci sono gli abusivi: ad Ariano Irpino, denunciano i presenti, c'è chi fa 20 chili di pane al giorno in casa e vende porta a porta senza licenza; nel Mandamento sono una cinquantina i forni abusivi. «Insomma a Napoli non si vende più il pane per strada, ma in Irpinia sì». Servono controlli di Asl e Finanza. «Siamo pronti a denunciare i funzionari pubblici che non fanno verifiche anche quando noi presentiamo esposti». «Non riusciamo a garantire il prezzo di 2,60 al chilo - dice Enrico Savelli, presidente dei panificatori irpini - Il grano tenero è arrivato a costare 100 euro al quintale, difficile che questa situazione on ricada sui consumatori, ci avviciniamo ai 4 euro».


Il fenomeno degli accaparramenti già a novembre aveva portato ad aumenti di un 30%. «Combattiamo anche l'abusivismo e lo strapotere della grande distribuzione che compra panini dai nostri colleghi a 99 centesimi al chilo quando in panetteria costano 2,50», aggiunge Filosa che è stato minacciato ed è finito sotto scorta. Chi cede la ricatto della grande distribuzione? «Chi si illude che la quantità possa sopperire alla qualità. I supermercati pagano a 120 giorni, decidono loro il prezzo, ma spesso si tratta di ricatti che bisogna accettare per forza». In realtà la panificazione tradizionale si sorregge su piccole aziende con 4-5 dipendenti, tutte su base familiare che solo così possono reggere i costi e la concorrenza. Altrimenti in Campania il pane costerebbe 10 euro al chilo come in Lombardia», dice Alessandro Mozzillo, presidente dei panificatori di Benevento.


Perché non avviene qui? «Perché la famiglia sostiene la piccola impresa, al nord i dipendenti e gli altri costi fanno lievitare il prezzo finale», aggiunge Nicola Guariglia presidente dei panificatori salernitani. E l'abusivismo? E' la piaga che a Napoli abbiamo debellato sconfiggendo la camorra che voleva mettere la mani sulla panificazione. Oggi non c'è più il pane venduto per strada e c'è l'obbligo dell'imbustamento. Ma sono le liberalizzazioni che hanno lasciato briglie sciolte ai prezzi e alle aperture, ognuno fa quello che vuole e i prezzi sono rimasti bassi per la buona volontà dei panificatori che non vogliono affamare la gente. Prima della legge Bersani si apriva soltanto con un bacino di popolazione prefissato, oggi c'è un panificio ad ogni angolo.

Quindi il problema dell'energia: è il vero punto dolente dell'intera faccenda. Il grano subisce aumenti a causa di fenomeni di accaparramento, sui quali i panificatori chiedono che la Finanza intervenga facendo controlli.


Ma sono le bollette di energia elettrica e gas a fare la differenza, bollette raddoppiate nell'ultimo mese. «Una situazione che scoppierà - dice Oreste La Stella, presidente di Confcommercio Avellino - quando non ci saranno più i pagamenti della grande distribuzione che avevano definito i prezzi delle forniture sei mesi fa. Si apre una fase che appare complessa e che si rifletterà sui prezzi al consumo».
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Il Mattino