Figlie segregate e picchiate: pena ridotta per i genitori

I due furono accusati di torture

Figlie segregate e picchiate: pena ridotta per i genitori
Segregata in casa e torturata, lieve riduzione di pena per i due genitori aguzzini. In secondo grado sono state ridotte le pene a 12 anni e 4 mesi di reclusione per la madre Maria...

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Segregata in casa e torturata, lieve riduzione di pena per i due genitori aguzzini. In secondo grado sono state ridotte le pene a 12 anni e 4 mesi di reclusione per la madre Maria Guarriello e a 10 anni di reclusione per il padre, Giuseppe D'Amore. Il 9 febbraio del 2023, il gup Francesca Spella condannò, all'esito del rito abbreviato, a 14 anni di reclusione la madre e a 12 il padre. Il giudice di primo grado li assolse dalle accuse di istigazione al suicidio con la formula "non costituisce reato" e riconobbe al padre l'attenuante del vizio parziale di mente. Il pubblico ministero Paola Galdo chiese condanne più severe: 16 anni di reclusione per la madre Maria Guarriello e 14 anni per il padre Giuseppe D'Amore riconoscendo ad entrambi solo lo sconto di pena prevista dal rito abbreviato scelto dal loro avvocato Francesco Buonaiuto, pari ad un terzo.

Quest'ultimo nel prendere atto della lieve riduzione di pena per i suoi assistiti preannuncia di presentare ricorso in Cassazione, per far prevalere questioni di diritto che al momento non sono state accolte dai giudici di merito. I due genitori di Aiello del Sabato nell'aprile del 2022 furono denunciati con l'accusa di tortura, maltrattamenti nei confronti delle figlie e di aver sequestrato quella maggiore M.D.A. La madre fu sottoposta alla misura cautelare in carcere, dove è tutt'ora rinchiusa, mentre per il padre scattò il divieto di avvicinamento alla casa famiglia e alle persone offese. Fin dall'età di 16anni anche per l'altra figlia F.D.A. iniziarono le vessazioni quotidiane con espressioni «schiava, serva» percuotendola a mani nude, tirandole i capelli, impedendole di frequentare la scuola e di trovare un lavoro, obbligandola a svolgere tutte le faccende domestiche e a badare ai fratelli minori, ed impedendole di lavarsi.

Ma il bersaglio preferito era M.D.A. che la madre quotidianamente, senza motivo alcuno, percuoteva con calci e pugni, talvolta anche con oggetti. In un'occasione con un cavo scart della televisione, sulla schiena, cagionandole delle lesioni. Inoltre la donna le impediva di mangiare i pasti a tavola, costringendola a mangiare da sola in piedi solo una volta al giorno. Diverse volte la ragazza avrebbe tentato di fuggire di casa, senza denunciare con la speranza che la situazione potesse migliorare. Una volta raggiunta la maggiore età la situazione è precipitata ulteriormente, in quanto veniva legata con delle catene ai polsi e alle caviglie del letto.

 

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Il Mattino