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Il Comune conferma la volontà di fare da solo nella gestione dei rifiuti. La richiesta di costituzione di un sub ambito distrettuale (Sad), avanzata formalmente ai sensi della normativa regionale vigente da Piazza del Popolo, avrebbe ottenuto anche un riscontro favorevole. Dunque, il capoluogo si prepara a gestire per conto proprio, con un’azienda che gestirebbe raccolta e spazzamento nel perimetro del capoluogo. Evidentemente, al di fuori di «IrpiniAmbiente», della futuribile multiutility a cui lavora la Provincia, e pure del soggetto unico a cui l’Ato, sempre ai sensi sella legge regionale, dovrebbe affidare - in house o con gara - l’intero ciclo in provincia di Avellino. A riferirlo, sono i rappresentanti di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che – ieri mattina – hanno incontrato sul punto il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, in un vero e proprio blitz non in agenda. La fascia tricolore di Piazza del Popolo ha spiegato che il progetto di realizzazione di un sub ambito distrettuale è più avanti di quanto si pensi. E che il Comune non intende tornare indietro. Chiaramente, questa decisione apre un’enorme partita.
Perché bisognerà comprendere se e come l’amministrazione Festa si muoverà per realizzare l’azienda che si occuperebbe del servizio di raccolta e spazzamento, con quanto personale e quali fondi, mentre gli impianti provinciali saranno certamente gestiti dall’Ato. E l’ipotesi circolante, al momento, porterebbe alla gara per la realizzazione di un soggetto misto. Ma è certamente ancora presto. I sindacati, impegnati da settimane a sostenere la necessità di una gestione anche aziendale unica per tutta la provincia, lanciano però il loro grido d’allarme: «Il sindaco – riporta al segretaria generale della Uil Trasporti, Carolina Corrado – ci ha comunicato che ha fatto richiesta e ottenuto l’ok della Regione per la realizzazione del Sad.
Speculare il punto di vista di Licia Morsa, referente della Fp Cgil, per la quale «così si realizza un pericoloso spezzatino del servizio». «Con l’ulteriore rischio - dice – che aumentino i costi per i cittadini. Ciò che emerge in questi giorni – chiosa – è che le divisioni politiche tra Ato, Provincia e Comune, stanno facendo saltare la gestione unica». Il tema sarà dirimente da qui in avanti. E ad Avellino si innesta in una gestione complessiva delle politiche ambientali che, per l’anno 2021, il rapporto «Ecosistemi Urbani», di Legambiente e Ambiente Italia, ha di nuovo bocciato. Su 105 capoluoghi d’Italia, la città è risultata 95esima per la presenza di isole pedonali, 85esima per verde urbano. E per la qualità dell’aria, ancora una volta, è tra le peggiori. Secondo capoluogo del Sud, dopo Catania, per Pm10. Festa, però, non drammatizza: «Posto che il problema di Avellino, rispetto alla qualità dell’aria, è la morfologia, in uno con la mancanza di vento, quest’anno – evidenzia - i dati sono molto migliori dell’anno scorso e dell’orribile 2020. Su questo – si difende - penso abbia anche inciso qualche nostra scelta sulla mobilità. Per quanto riguarda le piste ciclabili, invece, abbiamo appena approvato un progetto molto ambizioso». Festa non ci sta a sentir parlare di città non più green e politiche ambientali fallimentari. «Veniamo da due anni in cui si è potuto fare ben poco. - riprende - C’erano altre priorità, come il Covid. Ma nel 2022 stiamo raccogliendo i frutti del lavoro effettuato, e nel 2023 li vedremo tutti. Partirà, tra le altre cose, la Metropolitana leggera. Insomma – chiosa - sarà questo il primo anno vero in cui si potrà verificare la bontà dell’azione amministrativa sulla delicata tematica ambientale».
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