Giallo Manzo, l'operaio scomparso: sentito il padre di Loredana

Giallo Manzo, l'operaio scomparso: sentito il padre di Loredana
Giallo Manzo, al setaccio gli altri video di alcune telecamere di privati, attive in zona che potrebbero svelare agli inquirenti circostanze importanti per la soluzione del caso...

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Giallo Manzo, al setaccio gli altri video di alcune telecamere di privati, attive in zona che potrebbero svelare agli inquirenti circostanze importanti per la soluzione del caso della scomparsa dell'operaio di Prata Principato Ultra.


Ascoltato anche il papà dell'indagata Loredana Scanelli, Massimo, come persona informata dei fatti. Gli inquirenti invece dopo aver convocato anche la madre, Pasqualina Lepore (non indagata), hanno ritenuto opportuno non interrogarla.

La svolta è vicina per risolvere il caso di Mimì Manzo. Intanto ieri sono state interrogate altre quattro persone dal procuratore Domenico Airoma e dal sostituto titolare dell'inchiesta, Lorenza Recano.

Passati al setaccio ancora una volta gli orari del loro arrivo alla festa di Romina Manzo e i movimenti degli Scannelli. Infatti i familiari sarebbero arrivati a casa Manzo intorno a mezzanotte per andare a prendere la figlia Loredana, ma avrebbero appreso della scomparsa del 69enne. Intanto emerge un altro particolare: un litigio avvenuto a casa di Romina, tra Loredana e sua madre, Pasqualina.

Un litigio a quanto pare legato al legame sentimentale tra Loredana e Alfonso Russo (indagato per false dichiarazioni e favoreggiamento e difeso dall'avvocato Serena Luce), non visto di buon occhio dalla madre della ragazza.

Madre e figlia arrivarono addirittura a tirarsi i capelli in quel litigio - così come riferito da Romina Manzo, indagata per concorso in sequestro di persona e difesa dall'avvocato Federica Renna - circostanza che fece adirare la figlia dello scomparso, tanto che dovette richiamarle.

La ragazza le invitò ad aver un comportamento consono al momento, in quanto lei era preoccupata per il padre che non faceva ritorno a casa e a quel punto decise di chiamare i carabinieri, denunciando la scomparsa del papà. Ieri è stato ascoltato Fabrizio Giuseppe D'Argenio (non indagato) come persona informata dei fatti e suo figlio, Simone, che due settimane fa subirono la perquisizione domiciliare e personale, al fine di trovare eventuali tracce delle riprese video, utili ai fini della soluzione del giallo di Prata.
In procura D'Argenio ha ricostruito quanto avvenuto il giorno dopo la scomparsa di Mimì Manzo. Rispondendo alle domande degli inquirenti ha precisato «che fu lui a chiedere al tecnico Sabino Festa (non indagato) - mentre effettuava un lavoro a Ospedaletto - di andare a vedere le riprese delle telecamere del ristorante Lucariello. Mentre stavamo entrando nel locale passò una pattuglia di carabinieri e in buona fede riferimmo che stavamo andando a vedere le riprese di quelle telecamere, e loro ci risposero che in quel momento avevano un'emergenza e che le avrebbero recuperato l'indomani. Se avessimo voluto far sparire i filmati non avremmo mai fermato i carabinieri riferendo loro la circostanza. Mimì era un mio amico e presi parte alle ricerche insieme a mio figlio per aiutare la famiglia Manzo a ritrovare il loro congiunto. Eravamo tutti preoccupati e una volta visto dai filmati che Mimì svoltò a destra, verso la stazione, lo stoppammo e ci precipitammo verso la stazione pensando che avesse avuto un malore e che fosse ancora lì. Inoltre vedemmo il passaggio di alcuni ragazzi stranieri e di qualche automobile sempre dalle riprese video, ma non ricordo che auto erano. Abbiamo agito in buona fede».

Intanto stamattina verranno eseguiti gli accertamenti tecnici irripetibili sul secondo cellulare sequestrato all'indagata Loredana Scannelli (accusata di concorso in sequestro di persona). Dal cellulare di Loredana Scannelli difesa dall'avvocato Rolando Iorio - devono essere acquisiti tutti i contenuti, ad avviso degli inquirenti, utili per far luce sul giallo della scomparsa del 69enne.

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Il Mattino