Iia, i lavoratori scendono in piazza «La produzione deve tornare a regime»

Domani manifestazione a Roma per chiedere interventi del ministero

Una manifestazione dei lavoratori Iia
Pronti a riprendere la mobilitazione. I lavoratori dello stabilimento di valle Ufita della Industria Italiana Autobus hanno confermato - nel corso dell'assemblea tenutasi...

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Pronti a riprendere la mobilitazione. I lavoratori dello stabilimento di valle Ufita della Industria Italiana Autobus hanno confermato - nel corso dell'assemblea tenutasi nella sala mensa dello stabilimento la volontà di tornare ad essere protagonisti della vertenza. Gli addetti faticano a nascondere la rabbia per una situazione che sta assumendo sempre più i contorni del più classico dei paradossi italiani e, nel contempo, rilanciano la preoccupazione per il futuro produttivo ed occupazionale.

Per questo, sono pronti a tornare presso la sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per un sit in di protesta. Il presidio nei pressi del Dicastero di via Molise è in programma per domani pomeriggio: a Roma arriveranno i dipendenti degli stabilimenti di Bologna e valle Ufita per chiedere al Governo impegni certi per il decollo del progetto di polo unico nazionale di produzione degli autobus. I sindacati hanno proclamato, in maniera unitaria, otto ore di sciopero nelle due fabbriche del gruppo con sit in nei pressi del Ministero. «Auspichiamo evidenziano i rappresentanti di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici che una delegazione possa essere ricevuta dal Ministro Adolfo Urso o dal sottosegretario Fausta Bergamotto al fine di poter ribadire le preoccupazioni per lo stato della vertenza e chiedere un ulteriore sforzo finalizzato a favorire una svolta e riportare l'attività produttiva a regime».

Le organizzazioni di categoria lanciano la sfida: «Il mancato decollo dell'azienda non è addebitabile in alcun modo agli addetti della Industria Italiana Autobus, i quali hanno subito le difficoltà di approvvigionamento della componentistica. Gli addetti sapranno farsi trovare pronti qualora l'azienda dovesse riprendere una regolare acquisizione delle materie prime e riportare l'attività a regime». Le organizzazioni di categoria avevano evidenziato, in maniera unitaria, la disponibilità a revocare lo sciopero nel caso in cui fosse arrivata una nuova convocazione ministeriale sulla vertenza. Un'attesa vana, che ha portato a confermare la ripresa della mobilitazione dei dipendenti di valle Ufita e Bologna.

«Nonostante le richieste per una convocazione urgente del tavolo di crisi sull'azienda fa sapere il sindacato dal Ministero c'è un assordante silenzio, mentre si susseguono più voci su possibili aperture di procedure concorsuali che, se confermate, aprirebbero le porte al fallimento dell'unica azienda italiana a partecipazione pubblica che produce autobus nel nostro Paese».

L'assemblea è stata l'occasione per ribadire, ancora una volta, le problematiche di un'azienda che ha le commesse ma non riesce a realizzarle. Le possibilità di imprimere una svolta produttiva sono legate ad un ulteriore stanziamento economico da parte degli azionisti.


Una decisione che i soci non possono prendere a cuor leggero dopo aver investito notevoli quantità di denaro senza ottenere i risultati auspicati. Per questo è quanto trapelato nel corso degli ultimi giorni una parte degli azionisti avrebbe pensato anche all'amministrazione controllata dell'azienda impegnata nella produzione di autobus per il trasporto pubblico. Un'ipotesi respinta con forza dalle organizzazioni di categoria e dai lavoratori. Dopo gli ingenti investimenti e l'acquisizione di commesse per la produzione di centinaia di autobus, sarebbe paradossale rischiare un fallimento produttivo ed occupazionale senza aver messo gli addetti nelle condizioni di lavorare in maniera regolare e senza patemi.
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Il Mattino