Iia, si alza il muro all'ingresso del Gruppo Seri nel board «Hanno già creato altre crisi»

Sit in davanti alla Prefettura: "Basta, adesso decidete"

Iia, muro contro il Gruppo Seri
Vertenze che si intrecciano, condizionando i giudizi di lavoratori e sindacati. È il caso della Industria Italiana Autobus di valle Ufita e della Fib Sud di Nusco. Nel...

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Vertenze che si intrecciano, condizionando i giudizi di lavoratori e sindacati. È il caso della Industria Italiana Autobus di valle Ufita e della Fib Sud di Nusco. Nel mezzo il gruppo Seri che, negli anni passati, ha rilevato e poi chiuso la fabbrica altirpina impegnata, fino al 31 dicembre 2019, con 27 addetti nella produzione di batterie e, oggi, ha presentato una manifestazione di interesse per rilevare le quote dell'azienda specializzata nella produzione di autobus.

L'avvio di una trattativa privata per l'acquisizione delle quote detenute da Leonardo ha provocato, inoltre, la reazione delle organizzazioni di categoria. La posizione assunta dalle parti sociali poggia le basi soprattutto sulla vertenza della Fib Sud per la quale, oggi, si scriverà una pagina importante presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a cui gli addetti si sono rivolti per vedersi riconoscere - a quattro anni dalla cessazione dell'attività - il pagamento del trattamento di fine rapporto. «Il gruppo Seri spiega il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Morsa - continua a non voler elargire il Tfr agli ex dipendenti della Fib Sub: questo atteggiamento è la misura dell'affidabilità di chi vorrebbe acquisire la maggioranza del pacchetto societario della Industria Italiana Autobus».

Il gruppo Seri - che controlla la Repiombo di Calitri e controllava la Ics di Avellino, mai riaperta nonostante gli impegni assunti dopo il devastante incendio del settembre del 2019 - ha cessato l'attività presso lo stabilimento di Nusco nel dicembre del 2019, annunciando la revoca del fitto di ramo d'azienda e la retrocessione dei lavoratori alla curatela fallimentare della Mp. La curatela, però, ha giudicato illegittima la retrocessione dei lavoratori: ne è nata una diatriba tra le parti che non hanno voluto procedere con il licenziamento dei 27 dipendenti.

Questi, sei mesi dopo, si sono dimessi ma attendono ancora il pagamento del trattamento di fine rapporto, per il quale si sono rivolti ai Magistrati del Tribunale casertano. Fari puntati, da parte delle organizzazioni sindacali, sull'appuntamento odierno che riveste grande importanza non solo per il riconoscimento economico agli ex dipendenti della Fib Sud, ma anche in ottica del percorso per l'acquisizione del pacchetto societario della Industria Italiana Autobus. Tutte o quasi le sigle sindacali hanno espresso la propria contrarietà rispetto all'ingresso del gruppo Seri nel capitale sociale proprio in seguito all'esperienza maturata con l'acquisizione e la successiva chiusura dello stabilimento di Nusco.

Come è emerso anche nel corso dell'ultima assemblea presso la fabbrica di valle Ufita, i sindacati non discutono la decisione di cessare l'attività ma, soprattutto, il comportamento assunto nei confronti dei lavoratori che - a distanza di quattro anni - non hanno ancora percepito il Tfr e sono stati costretti a licenziarsi. Il giorno dopo l'assemblea degli addetti della Industria Italiana Autobus, il segretario della Fiom Cgil Morsa lancia un nuovo appello agli azionisti della società impegnata nella produzione di autobus per il trasporto pubblico.


«È indispensabile evidenzia che gli azionisti della Industria Italiana Autobus non si assumano la responsabilità di continuare la trattativa con un gruppo industriale che non rispetta i diritti e la dignità delle persone. Piuttosto, occorrerebbe una iniziativa forte da parte delle istituzioni affinché il gruppo Seri riconosca quanto dovuto ai lavoratori della ex Fib Sud, dimostrando che nel nostro lavoro esiste ancora un minimo di rispetto verso chi suda il proprio salario».
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Il Mattino