Il racket in azione: bomba alla fabbrica «Agrivesuvio Arl»

Il racket in azione: bomba alla fabbrica «Agrivesuvio Arl»
Una bomba da mortaio di grosso potenziale è stata fatta esplodere la scorsa sera nel cortile retrostante la cooperativa «Agrivesuvio Arl» a Fontenovella di...

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Una bomba da mortaio di grosso potenziale è stata fatta esplodere la scorsa sera nel cortile retrostante la cooperativa «Agrivesuvio Arl» a Fontenovella di Lauro. La violenta esplosione ha mandato in frantumi diverse vetrate del capannone in cui sono presenti i macchinari utilizzati per la lavorazione della frutta secca. Nessuno, per fortuna è rimasto ferito. A dare l'allarme ieri mattina sono stati gli operai di turno: sul posto sono prontamente giunti gli agenti del Commissariato di Polizia di Lauro, guidato dal commissario capo Vincenzo Sullo. Le indagini sono attualmente in corso.


L'altro ieri, intorno alle 22,30, qualcuno ha raggiunto via Masseria a Fontenovella introducendosi nel cortile retrostante la cooperativa «Agrivesuvio Arl»: qui, ben lontano da occhi indiscreti, ha fatto esplodere una bomba da mortaio per poi dileguarsi. Il boato tremendo ha distrutto buona parte delle vetrate del capannone macchinari, ma non ha insospettito i cittadini della piccola frazione di Lauro: questo perché, nel tardo pomeriggio, si è svolta la processione religiosa in onore di sant'Antonio da Padova con tanto di banda musicale e fuochi pirotecnici.
Insomma, i più hanno pensato al cosiddetto colpo scuro, cioè l'artificio dal boato deciso e forte utilizzato sia all'inizio sia alla fine di uno spettacolo pirotecnico per richiamare l'attenzione del pubblico. Ieri mattina, gli operai di turno della cooperativa «Agrivesuvio Arl» hanno notato le vetrate rotte del capannone macchinari: così, hanno chiamato il 113. Sul posto sono subito giunti gli uomini di Sullo, che hanno messo l'area in sicurezza per effettuare i rilievi oltre ad acquisire i video delle telecamere di sorveglianza, che potrebbero offrire buoni elementi per fare luce sull'episodio. Certo è gli inquirenti battono tutte le piste, inclusa quella del racket, sebbene il modo di agire fa pensare perlopiù a uno scapestrato che, in occasione dei festeggiamenti in onore di sant'Antonio da Padova, avrebbe deciso di far esplodere una bomba da mortaio in suo omaggio sfruttando il cortile della cooperativa «Agrivesuvio Arl».

 
Si intensificano intanto i controlli delle forze dell'ordine in tutto il vallo di Lauro, dove nell'ultimo anno si sono verificati molteplici atti intimidatori che hanno suscitato paura e sgomento tra amministratori e cittadini. Non tutti però sono da ricondurre alla camorra. Gli inquirenti non sembrano avere dubbi sul fatto che il territorio vallivo sia sempre più pervaso da una giustizia «fai da te» che prende spunto dalle azioni tipiche della criminalità organizzata. La pratica più adottata da chi predilige questa giustizia è quella di bruciare i veicoli a motore (auto, trattori, macchine agricole). Da un anno ad oggi sono stati incendiati numerosi autoveicoli e quasi tutti sono prodotti della giustizia «fai da te».

Il 1 marzo 2018 furono bruciate una Fiat Idea a Pago e una Fiat Panda a Taurano. Per questi due fatti si esclude la mano della camorra. Il 28 luglio 2018, a Migliano di Lauro andarono in fiamme due trattori e un atomizzatore. Anche in questo caso la camorra non c'entra. Il 1 ottobre 2018, a Ima di Lauro prese fuoco l'Alfa Romeo Giulia del vicesindaco Rossano Boglione. Quest'ultimo non poté fare altro che allertare il 112 e i Vigili del fuoco. Le indagini sono ancora in corso, ma da tempo hanno escluso la mano della camorra. Stesso discorso va fatto per la Fiat Panda e la Golf Volkswagen incendiate a Pago il 9 dicembre 2018 e il 1 gennaio 2019 rispettivamente al commerciante Franco Acerra e al pasticciere Mario Vitale.
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Il Mattino