Il tribunale «salva» il consorzio agrario di Napoli, Avellino e Salerno

Il tribunale «salva» il consorzio agrario di Napoli, Avellino e Salerno
Il tribunale «salva» il Consorzio agrario di Napoli, Salerno e Avellino scongiurando, almeno per ora, la cessione di un credito di oltre 50 milioni di euro a favore di...

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Il tribunale «salva» il Consorzio agrario di Napoli, Salerno e Avellino scongiurando, almeno per ora, la cessione di un credito di oltre 50 milioni di euro a favore di una spa che ne dichiarava la titolarità sostenendo di averlo acquisito negli anni scorsi. Così infatti ha stabilito il tribunale di Salerno (sezione III civile, presidente Salvatore Russo, giudici Roberto Ricciardi, estensore, e Maria Elena del Forno) che ha respinto l’istanza presentata dalla Smia spa rappresentata in giudizio dall’avvocato Alessandro Pasca, nei confronti del Consorzio agrario interprovinciale (Na-Sa-Av) costituito con l’avvocato Alessandro Limatola per il pagamento di un presunto credito di 51 milioni e 114mila euro. Contro la sentenza di primo grado la Smia ha già annunciato di presentare appello.


Ma la vicenda - apertasi sin dal ‘94 in conseguenza del crac Federconsorzi - ha vissuto di colpi e contraccolpi che vanno raccontati, a cominciare dalla decisione assunta dai ministeri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico, di commissariare il Consorzio agrario affidando il compito di risanarne finanze e apparato gestionale a un professionista esterno, Giovanni Tomo, subentrato nel 2010 nella gestione straordinaria dell’ente. Tutto però nasce dal crac di Federconsorzi, la storica «banca» dei Consorzi agrari fornitrice di merci e servizi divenuta negli anni creditrice in tutta Italia dei vari enti consortili. La Federconsorzi è stata commissariata nel giugno del 1991 per insolvenze verso banche e fornitori non avendo, fra l’altro, neppure incassato la voluminosa mole di crediti vantati a sua volta nei confronti dei Consorzi Agrari. La medesima Federconsorzi era notoriamente finanziata con soldi dello Stato ma anche dei risparmiatori e creditori delle banche e dei fornitori non soddisfatti.


Il Consorzio Agrario di Salerno, Napoli e Avellino è invece stato commissariato l’8 luglio 1994: e a tale data viene fissato anche l’ingente debito dovuto dal Consorzio stesso nei confronti di Federconsorzi, vale a dire cento miliardi delle vecchie lire, oggi 51 milioni di euro. La Federconsorzi nelle more della sua liquidazione, ha ceduto i suoi crediti alla società Sgr spa (Società gestione per il realizzo); la Sgr spa ha poi ceduto, a sua volta, nel 2011, detto credito verso il Consorzio Sa-Na-Av del valore nominale di 51 milioni addirittura per un controvalore di 1 - leggasi uno - euro a favore della Smia spa costituita nel maggio 2016. Il tribunale, pertanto, nel rigettare l’istanza della Smia, ha eccepito carenza di documentazione ravvisando l’assenza di un chiaro titolo di cessione del credito validamente espresso dalla Sgr alla Smia. Dunque il caso resta più che mai aperto. «Il tribunale di Salerno ha avuto il merito di riproporre la questione Federconsorzi - dice il commissario Tomo - Il nostro operato mira a tutelare gli interessi del Consorzio agrario interprovinciale di Salerno, Napoli e Avellino e di tutti quei soggetti che legittimamente vantano un credito. Per questo prendiamo atto con soddisfazione delle decisioni della magistratura».

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Il Mattino