Immigrati, indagine ad Avellino e Milano sui centri di accoglienza

In Irpinia a giudizio i titolari, madre e figlio

Immigrati, indagine ad Avellino e Milano sui centri di accoglienza
Erano stati rinviati a giudizio ad Avellino con l'accusa di «inadempimento di contratti di pubbliche forniture» in relazione alla gestione con un'altra azienda...

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Erano stati rinviati a giudizio ad Avellino con l'accusa di «inadempimento di contratti di pubbliche forniture» in relazione alla gestione con un'altra azienda di «strutture destinate all'accoglienza di stranieri» che avevano sede proprio nel capoluogo. Ora per i due amministratori della società La Martinina con sede a Salerno che operava anche in Irpinia, Consiglia Caruso e il figlio Alessandro Forlenza, indagati a Milano per frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta, arriva la convalida del sequestro preventivo del ramo della loro società che gestisce il Cpr (centro permanenza per i rimpatri) di via Corelli a Milano. Il gip di Milano Livio Cristofano ha convalidato il sequestro preventivo del ramo della Martinina srl che gestisce il Cpr di via Corelli e ha nominato come amministratore giudiziario il commercialista Giovanni Falconieri che dovrà occuparsi della struttura che accoglie i migranti. Nel provvedimento sono riportate tutte le testimonianze e vengono citate le immagini e i video che già nei giorni scorsi hanno fatto venire a galla la condizione «infernale» in cui vivevano i migranti, tra «cibo pieno di vermi», assenza di mediatori culturali e linguistici, l'uso costante di psicofarmaci, letti e bagni fatiscenti e non solo.

Tra i video citati dal giudice quello in cui si vede, ad esempio, «una persona a terra nel piazzale del Cpr appoggiata su una sorta di materasso di spugna», che «emette gemiti di estrema sofferenza», ma «invano in quanto ignorato da tutti». Nel frattempo, non offrendo servizi, la srl avrebbe «tratto un illecito vantaggio economico d'importo considerevole» su un contratto per la gestione da quasi 4,4 milioni di euro. La srl ha anche il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno perché, scrive il gip nel suo provvedimento, la Martinina ha «tratto un vantaggio economico particolarmente considerevole da una gestione del Cpr di via Corelli che non risponde minimamente alle richieste d'appalto e alla corresponsione economica garantita per ciascun trattenuto nella struttura». Nell'ordinanza che riguarda sia la srl che i suoi due amministratori di diritto e di fatto, Consiglia Caruso e il figlio Alessandro Forlenza, indagati per frode in pubbliche forniture e turbativa d'asta, il gip evidenzia come «la condotta dei responsabili dell'ente si è caratterizzata per una sconcertante capacità di produzione di falsi documentali che, con ogni probabilità, potrebbe affliggere anche la redazione di un bilancio che prevede, difatti, fra le voci di spesa proprio quelle che fanno riferimento ad inesistenti servizi, assistenza ed attività dichiaratamente offerti agli ospiti della struttura».

La Martinina srl ha portato avanti la sua attività «fraudolenta e truffaldina» ai danni di «persone vulnerabili», ossia i migranti trattenuti nel Cpr di via Corelli a Milano. Questa «gestione praticamente inesistente e lasciata allo sbando» è stata «probabilmente assegnata» dalla Prefettura di Milano anche «grazie alla presentazione di una sequela di protocolli e di convenzioni, connotati da una falsità di sorprendente e non comune disinvoltura», «mai verificati e controllati». Lo scrive il gip di Milano Livio Cristofano nell'ordinanza con cui ha convalidato il sequestro preventivo della società, Ad Avellino i due amministratori della società, erano accusati di «inadempimento di contratti di pubbliche forniture» in relazione alla gestione con un'altra azienda di «strutture destinate all'accoglienza di stranieri». La Martinina, indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, avrebbe stipulato contratti con «gli enti pubblici attraverso una serie di documentazione del tutto marcatamente apocrifa e attraverso una gestione economica a dir poco imbarazzante, per avvalersi della quasi totalità della diaria prevista per ciascun ospite». 

 

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Il Mattino