Industria Italiana Autobus, operaio positivo: alla Fca al lavoro solo su base volontaria

Industria Italiana Autobus, operaio positivo: alla Fca al lavoro solo su base volontaria
Un lavoratore dello stabilimento di valle Ufita della Industria Italiana Autobus è risultato positivo al coronavirus. La notizia confermata in maniera ufficiale...

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Un lavoratore dello stabilimento di valle Ufita della Industria Italiana Autobus è risultato positivo al coronavirus. La notizia confermata in maniera ufficiale dall'azienda attraverso un comunicato ha creato timori e preoccupazioni tra le maestranze impegnate nella fabbrica.


I vertici aziendali annunciano la chiusura di tutta l'azienda e l'avvio di una nuova fase di sanificazione dello stabilimento ancora più approfondita. Si attendono eventuali provvedimenti da parte dell'azienda sanitaria.

L'operaio contagiato dal coronavirus che sarebbe impegnato nel reparto di sellatura con la qualifica di allestitore è ricoverato presso l'ospedale di Benevento, dove è stato trasferito in seguito alla presenza di sintomi che facevano temere una possibile positività al Covid 19. Il tampone eseguito presso la struttura ospedaliera ha confermato i timori, anche se il giovane lavoratore ha rassicurato i numerosi colleghi che hanno provato a contattarlo: ha confermato di non avere particolari malesseri, sottolineando come, nelle ultime ore, non presentava più febbre.

Una buona notizia, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai numerosi amici e colleghi preoccupati, però, dal possibile rischio di un contagio.

Per questo, i rappresentanti dei lavoratori ed i vertici dell'azienda impegnati in una conference call per fare il punto della situazione hanno ricostruito gli ultimi giorni di attività del lavoratore risultato positivo al Covid 19: il giovane operaio sarebbe rimasto in fabbrica fino al 10 marzo, prima di assentarsi per malattia a causa dell'insorgere di fenomeni febbrili per i quali, nei giorni successivi, è stato trasferito presso l'ospedale di Benevento. I rappresentanti del consiglio di fabbrica ed i vertici dello stabilimento di Valle Ufita hanno pure concordato il percorso da seguire al fine di tutelare la salute di tutti i dipendenti. La fabbrica chiuderà completamente i battenti fin da domani nonostante la cassa integrazione, alcuni addetti erano ancora impegnati per la prosecuzione di una serie di attività interrompendo anche il servizio di guardiania che sarà affidato ad un'azienda esterna.
 
Nel corso della settimana ha confermato il responsabile del personale Saverio Lopes ai rappresentanti dei lavoratori sarà assicurata un'ulteriore attività di sanificazione, più approfondita, di tutta la fabbrica.

Sulla vicenda interviene il segretario della Cgil Franco Fiordellisi. «Visto il moltiplicarsi dei casi di contagio in Irpina evidenzia il segretario - è necessaria un'azione per tutelare i lavoratori impegnati negli stabilimenti industriali della nostra provincia: gli operai sono in serio pericolo. Il fatto, poi, che nelle aziende si trovi difficoltà a reperire i dispositivi di protezione individuale e i disinfettanti per rispettare alla lettera il decreto Cura Italia, complica ancora di più la situazione».

Fiordellisi sottolinea come le preoccupazioni ed i timori siano acuiti dalla presenza, nelle aziende, anche di lavoratori residenti in comuni con casi accertati.

La proposta della Cgil: «Concordare un periodo di assenza dal lavoro mediante gli ammortizzatori sociali per quegli addetti provenienti dai comuni in cui siano acclarati e riscontrati casi di positività al Covid 19 e di prevedere un punto di soccorso immediato in caso di infortunio su lavoro, in modo da limitare i rischi di contagio o di ritardi».

Le pressioni dei rappresentanti sindacali e dei lavoratori sembrano sortire i primi effetti. I vertici dello stabilimento di Pratola Serra del Fiat Chrysler Automobiles confermano la volontà di riprendere nel corso della prossima settimana l'attività lavorativa ma, nel contempo, assicurano che chiameranno i lavoratori solo su base volontaria.


Il consiglio di fabbrica comunica che «ogni lavoratore sarà libero di fare una scelta in base alla propria sensibilità. L'azienda ha attivato, comunque, tutte le precauzioni previste nel decreto sicurezza sul Covid 19 e che saranno consegnate le mascherine per l'attività nelle aree in cui eventualmente necessitano». Tutti coloro che decideranno di rimanere a casa beneficeranno della cassa integrazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino