La Fallimentare «salva» l'Alto Calore dal default passa il concordato

Congelata l'istanza della Procura che contestava un debito di 150 milioni

L'amministratore unico Michelangelo Ciarcia
L'attesa è finita. I giudici della Prima Sezione dell'Ufficio Procedure Concorsuali del Tribunale di Avellino ammettono il concordato prenotativo dell'Alto...

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L'attesa è finita. I giudici della Prima Sezione dell'Ufficio Procedure Concorsuali del Tribunale di Avellino ammettono il concordato prenotativo dell'Alto Calore e dichiarano aperto il relativo iter volto a non far fallire l'azienda. La prima risposta sul procedimento giudiziario è arrivata. Congelata, dunque, al momento, l'istanza di fallimento presentata dalla Procura nel settembre del 2021, a fronte di una mole debitoria di circa 160 milioni di euro e del presunto stato di insolvenza della società.

Ora bisogna procedere a tappe forzate su un percorso già segnato ed ulteriormente scandito e precisato dal presidente della Camera di Consiglio svoltasi mercoledì scorso, Gaetano Guglielmo, coadiuvato dai giudici Pasquale Russolillo e Federica Rossi. Gli avvocati dell'ente sono Giuseppe Fauceglia e Amedeo Guerriero.
Ieri la pubblicazione del provvedimento, grazie al quale il governatore Vincenzo De Luca potrebbe concedere l'affidamento all'Acs della gestione del ciclo idrico integrato.

Il termine ultimo rispetto ai suoi poteri di commissario ad acta su questa specifica funzione dell'Eic è quello del 7 febbrai, ma ha già richiesto al management dell'azienda e al suo amministratore unico, Michelangelo Ciarcia, un piano industriale calibrato sul distretto irpino per accelerare la sua decisione.
Ma c'è da giocare parallelamente anche la partita giudiziaria. Entro una settimana l'Acs dovrà consegnare ai commissari giudiziali, il professore Niccolò Abrami e l'avvocato Rosa D'Ascoli, le scritture e i documenti contabili e fiscali della spa. Mentre nell'arco di 15 giorni bisognerà versare la somma di 250mila euro, come anticipo sulle spese del procedimento. Il passaggio più delicato, invece, ci sarà il 16 maggio, data fissata per convocare i creditori in udienza davanti al giudice delegato. A loro i commissari giudiziali dovranno comunicare la proposta dell'Alto Calore per risarcire in parte la somma dovuta.

In base al piano consegnato il 10 novembre, ai creditori si offre l'integrale pagamento delle spese di procedura e dei crediti prededucibili, così come a quelli con privilegio mobiliare generale. Ai chirografari privilegiati dilazionati il saldo per il danno subito integralmente oltre il biennio dell'omologa, ai previdenziali l'offerta del 30% in 5 anni, così come per imposte, tasse e compensi di riscossione.
Infine, per i fornitori di beni e servizi si scende al 14,54%, così come per le banche, la Regione e gli altri enti chirografari. Mentre ai Comuni soci si aggiunge il rilascio di un'obbligazione per il restante importo. I pagamenti saranno possibili grazie ai flussi di cassa generati dalla prosecuzione dell'attività e dall'incasso dei crediti esistenti e disponibilità liquide.
Secondo le proiezioni illustrate nel piano industriale, i prossimi 5 anni, infatti, l'Acs svilupperebbe flussi finanziari aggiuntivi derivanti dall'erogazione del servizio e dalle condizioni favorevoli legate al contributo della Regione Campania.

Nel quinquennio concordatario (2023-2027), in pratica, l'azienda, grazie ad una massiccia riduzione dei costi, realizzerebbe utili per oltre 21 milioni e mezzo di euro che, secondo una previsione a dir poco prudenziale dell'attestatore potrebbero subire una flessione massima del 10%. Agli oltre 19 milioni di euro prodotti, inoltre, vanno aggiunte le quote dei ristori ambientali per l'opera di manutenzione e salvaguardia delle sorgenti che svolge l'Alto Calore e che la Regione Campania ha quantificato in 49 milioni complessivi: la metà dell'importo derivante dall'accordo con la Puglia. Di questa cospicua somma, 18 milioni arriverebbero subito, in conto sul triennio pregresso, e gli altri 31, appunto, nel periodo considerato, con tranche da circa 6 milioni all'anno. Di fronte ad un fallimento della spa, invece, il prezzo di subentro di un privato come vincitore della gara di affidamento del servizio è calcolato in 8.674.864, ai quali aggiungere il valore degli unici beni immediatamente vendibili, la sede di corso Europa e il parco autoveicoli, per 4.273.400 euro, ed eventuali benefici di azioni revocatorie nei confronti dei fornitori, 835.259 euro, per un totale di oltre 13 milioni e 700mila euro.

 

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Il Mattino