Montoro: una donna a comando dei 4 irpini coinvolti nelle truffe informatiche

L'organizzazione guadagnava grazie al phishing

Quattro irpini coinvolti in una truffa informatica
Quattro irpini coinvolti nell'inchiesta sulle truffe informatiche. In tutto sono quattordici gli indagati. Tra questi, otto sono destinatari di altrettante misure cautelari...

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Quattro irpini coinvolti nell'inchiesta sulle truffe informatiche. In tutto sono quattordici gli indagati. Tra questi, otto sono destinatari di altrettante misure cautelari (una in carcere, quattro ai domiciliari e per tre è scattato l'obbligo di dimora). Tra questi ci sono Gabriella Galluccio, 33 anni residente a Montoro che è finita ai domiciliari e Pasquale Prisco, 26 anni di Solofra, raggiunto da un obbligo di dimora. Risultano indagati due 24enni di Solofra, per i quali non sono stati disposti provvedimenti. I destinatari dell'ordinanza rispondono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistemi telematici, riciclaggio di denaro sottratto mediante truffa informatica effettuata a seguito della captazione fraudolenta delle credenziali di accesso ad home banking, con trafugamento di ingenti somme di denaro e trasferimento delle stesse su propri conti correnti e carte prepagate. Ieri all'alba l'esecuzione dell'ordinanza applicativa delle misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno. A notificare i provvedimenti i carabinieri della compagnia di Solofra che hanno svolto l'attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno. L'attività di indagine è stata avviata nel 2021 dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Solofra.

Tutto ha avuto origine dal controllo di una coppia di fidanzati (Gabriella Galluccio e Valter Sebastian Csiki). I due furono trovati a Solofra in possesso di cellulari e carte di credito intestate a terze persone. Le successive indagini hanno permesso di ipotizzare l'esistenza di un gruppo criminale operante in campo nazionale e anche all'estero, composto da soggetti dediti al riciclaggio di denaro sottratto con il sistema del phishing. La truffa effettuata su internet attraverso la quale si cerca di ingannare la vittima, convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, per poi utilizzarli indebitamente a fini di profitto. L'organizzazione avrebbe prosciugato il conto intestato a una coppia di milanesi, in brevissimo tempo, per un ammontare di circa 125mila euro e al successivo riciclaggio delle somme di denaro Nella rete dei truffatori anche vittime di Avellino, Solofra, Nocera, Castel San Giorgio, Salerno, Bracigliano e Campagna. Ma i truffatori raggiungevano anche altri luoghi. Alcuni tra i fatti contestati all'associazione sono di particolare gravità in relazione ai profitti che hanno beneficiato i componenti dell'associazione. A capo dell'organizzazione, secondo l'accusa, ci sarebbe Aniello Ruggiero, 47 anni di Torre del Greco, che è finito in carcere. Dalle investigazioni è emerso il ruolo di primo piano che avrebbe avuto Gabriella Galluccio. Seconda l'accusa rivestirebbe quello di «perno organizzativo delle operazioni di prelievo del denaro di provenienza illecita». Inoltre, pur essendo incensurata avrebbe manifestato «una peculiare propensione a delinquere, mostrandosi desiderosa di guadagni sempre maggiori e insensibile alle prevedibili conseguenze di tale scelta di vita». Oltre a Galluccio sono finiti ai domiciliari: Valter Sebastian Csiki, residente a Nocera, Anna Pepe di Torre del Greco, Danilo Spisso di Mercato San Severino. Obbligo di dimora, oltre che per Pasquale Prisco, anche per Francesco Pio Montefusco e Arlindo Romano. Galluccio e Montefusco sono difesi dall'avvocato Rolando Iorio. Mentre Pasquale Prisco dal legale Danilo Iacobacci. In base all'accusa, Prisco aveva il duplice ruolo di riciclatore, cioè «colui che prelevava presso le casse degli uffici postali i proventi delle truffe, mansione retribuita con la percentuale del 6%, nonché procacciatore di ulteriori persone disponibili ad intestarsi un conto corrente, mansione per la quale veniva retribuito con la percentuale dell'1%». 

 

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Il Mattino