«Pochi giorni prima di morire misteriosamente, padre Fidenzio Volpi era molto nervoso. Mi aveva detto: Se mi succede qualcosa, sai cosa fare del dossier che ho scritto...
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«Pare - aggiunge Volpi - che le circostanze e le cause di queste morti non siano così chiare e limpide come sostiene l'Istituto. Secondo alcuni pare che i suicidi non sarebbero stati propriamente dei suicidi e che stranamente, sempre queste persone suicidate erano contrarie alle malefatte di Manelli o avevano scoperto gravi colpe compiute da lui o dai suoi collaboratori». «Invece per le morti almeno strane - dice il religioso - ci sarebbe stato un concorso causato dalle privazioni non esentate o dalla mancata assistenza medica in quanto in questo Istituto ogni volta che c'era un disturbo fisico o venivano accusati dei malori veniva ripetuto sempre lo stesso mantra: “È un fatto di testa” e anche “È contro la povertà prendere medicinali”».
L'ultimo a morire in circostanze poco chiare è Padre Fidenzio Volpi, 75 anni, il commissario apostolico nominato dal Papa nel giugno del 2013, che è morto ufficialmente il 7 giugno del 2015 con un ictus di sovra stress, ma che invece potrebbe essere stato ucciso. Il sospetto, fondato su alcune confidenze raccolte da persone vicino al prete defunto, è che padre Volpi sia stato avvelenato lentamente con dosi giornaliere. Il secondo caso di morte sospetta riconducibile a un omicidio è quello del frate filippino Mattew Lim, originario di Quezon City, di 30 anni e morto il 22 luglio del 2012. Tutti lo chiamavano Fra Matteo. La testimonianza ora nella mani della Procura è di una suora, I.T., che scrive: «Ho conosciuto personalmente Fra Matteo: era una persona sorridente, solare, molto allegro, giocherellone. Gli ho parlato prima che morisse e il frate mi rivelò con sgomento: “Ci sono e si fanno cose che non vanno in questo Istituto”». È raccapricciante anche la storia di suor Maria Gloria: «Suor Gloria era ammalata –si legge nella testimonianza - aveva una febbre che non passava mai. Telefonammo alla madre generale per chiedere l'autorizzazione a dispensare Suor Gloria dai digiuni, dall'alzata notturna e quando altro di penitenziale. Ma la madre generale rispose di “no”: “Se non siamo capaci di mantenere la nostra vita religiosa non siamo suore!”». Suor Gloria peggiorò e dopo tanta sofferenza morì e seppellita nella cripta del Santuario di Frigento. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino