Avellino, l'addio a Sibilia. De Mita: «Vedeva le cose prima»

Avellino, l'addio a Sibilia. De Mita: «Vedeva le cose prima»
Una sciarpa dell'Avellino e una maglia con il numero 1 e il nome Sibilia sono stati collocati sulla bara nella chiesa di San Modestino a Mercogliano (Avellino) dove sono...

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Una sciarpa dell'Avellino e una maglia con il numero 1 e il nome Sibilia sono stati collocati sulla bara nella chiesa di San Modestino a Mercogliano (Avellino) dove sono iniziati i funerali dello storico patron degli irpini, Antonio Sibilia.




La bara, nel tragitto tra l'abitazione e la chiesa, è stata salutata da un lungo applauso dalle centinaia di persone presenti in strada. A officiare il rito il vicario generale della diocesi di Avellino, monsignor Sergio Melillo, il parroco della chiesa, don Angelo Picariello e un sacerdote missionario, don Giuseppe Iasso. Molte le corone di fiori.




C'è anche l'ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita a rendere omaggio ad Antonio Sibilia, lo storico patron dell'Avellino scomparso ieri e di cui tra poco si svolgeranno i funerali a Mercogliano (Avellino). De Mita ha reso omaggio alla salma intrattenendosi con i figli del commendatore, Stanislao, Concetta e Cosimo, senatore del Pdl.



«Era uno che andava all'essenziale - ha detto De Mita di Sibilia - vedeva le cose prima». Per il presidente del Consiglio regionale Pietro Foglia si ricorda Sibilia per i suoi meriti calcistici e per l'approdo in serie A ma andrebbe ricordato con lo stesso rilievo anche la figura dell'imprenditore. «Dagli anni '70 in poi - ha detto Foglia - è stato protagonista della rinascita dell'Irpinia così come nel dopo terremoto. Aveva doti umane assieme a una generosità che non sempre l'opinione pubblica gli ha riconosciuto.



«Oggi è il calcio dei ragionieri e dei commercialisti - il ricordo di Pierpaolo Marino, oggi direttore generale dell'Atalanta ma approdato al grande calcio con l'Avellino - quello di Sibilia era il calcio dei presidenti. Un mondo che non tornerà più».



Tra gli ex calciatori presenti assieme a tanta gente comune ci sono Pellegrino Valente, centrocampista dell'Avellino nei primi anni '80, e il capitano biancoverde della storica promozione in serie B del 1973, Mauro Pantani.
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Il Mattino