Odissea Landolfi, lavori senza fine e slitta la riapertura

La ripresa era stata fissata per "inizio primavera" ma nella struttura non ci sono i medici

Odissea Landolfi, lavori senza fine e slitta la riapertura
Mentre il medico studia, l'ammalato muore. L'antico adagio, sintetizza, purtroppo, alla perfezione la vicenda del plesso Landolfi di Solofra. ...

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Mentre il medico studia, l'ammalato muore. L'antico adagio, sintetizza, purtroppo, alla perfezione la vicenda del plesso Landolfi di Solofra.


Infatti, arriva un nuovo aggiornamento al cronoprogramma (scritto e poi rivisto parecchie volte negli ultimi due anni) dei lavori di riqualificazione utili (anzi, indispensabili) alla riapertura della struttura (che è di competenza dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino). Questa volta la ripresa delle attività (ferme del tutto da novembre 2021) è fissata per il prossimo 11 aprile, quando «dovrà entrare il primo paziente», dice (intervistato, l'altro giorno, da un'emittente locale) il direttore dei lavori dell'adeguamento funzionale Antonio Verderosa. «È una sfida contro il tempo», aggiunge il professionista.

Una sfida, però, già persa un paio di volte dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati Renato Pizzuti. Il quale aveva annunciato, a voci unificate con il governatore De Luca, che il Landolfi avrebbe ripreso a curare i pazienti a gennaio di quest'anno. Salvo, poi, rivedere tempi e modi a margine di un sopralluogo effettuato il 30 dicembre scorso con il sindaco di Solofra Nicola Moretti.

In quell'occasione, il manager napoletano restò sul vago: «Non lo so quando ripartirà l'attività». Attribuendo alla guerra in Ucraina i ritardi accumulati. Precisando: «Il conflitto ha complicato le cose, ci vorranno almeno tre mesi per riaprire l'ospedale». Dunque, arrivando a marzo. Cioè a oggi. Previsione smentita dai fatti.
E da un'ospedale che è ancora un «cantiere aperto». Eppure, sempre a dicembre, Pizzuti ostentava certezze: «I lavori sono a un ottimo punto», dichiarò appena terminato il sopralluogo, nonostante alle sue spalle ci fossero file di finestre senza infissi, calcinacci un po' dovunque e soltanto un paio di operai impegnati sui balconi a sistemare qualche grata.

Da allora qualcosa è stata fatta. Ma non abbastanza. Comunque, a fine gennaio, sono stati affidati gli interventi propedeutici all'installazione della risonanza magnetica (la cui gara per l'acquisto è stata espletata, ma l'apparecchio non è ancora in funzione). Completata pure l'installazione degli infissi - con la ditta Sea Costruzioni di Napoli che è stata anche liquidata (circa 150mila euro oltre l'Iva) - e portato a termine l'adeguamento antincendio della cabina elettrica di trasformazione (circa 70mila euro versati al Consorzio Concordia). Inoltre, qualche settimana prima erano stati acquistati televisori, panche, divani, poltrone, tavoli, scrivanie, cassettiere e librerie. Quanto basta per arredare le stanze di medici e degenti di un plesso che, una volta restituito ai cittadini, avrà comunque funzioni molto ridotte rispetto al passato così come previsto dall'atto aziendale del Moscati che, tra l'altro, ha disposto la soppressione del pronto soccorso sostituto da un punto di primo intervento le cui funzioni restano, al momento, piuttosto vaghe.
 

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Il Mattino