Prefabbricati pesanti e nuovi alloggi, a 41 anni dal sisma bilancio fallimentare

Prefabbricati pesanti e nuovi alloggi, a 41 anni dal sisma bilancio fallimentare
Trecentocinquanta famiglie ancora nei prefabbricati pesanti. Un piano di sostituzione edilizia da 20 milioni, partito 10 anni fa e con 200 alloggi non ancora ultimati e la...

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Trecentocinquanta famiglie ancora nei prefabbricati pesanti. Un piano di sostituzione edilizia da 20 milioni, partito 10 anni fa e con 200 alloggi non ancora ultimati e la certezza confermata in aula dall'amministrazione - che per superare il disastro serviranno altri soldi. Quindi, una macchina delle assegnazione ferma da anni, anche dopo la redazione partorita nel giugno scorso della nuova graduatoria ufficiale, con 282 famiglie aventi diritto. Dulcis in fundo, si fa per dire, gli ormai celebri buchi neri, ancora disseminati per la città, al centro come nelle periferie. E' il bilancio con cui farà oggi i conti la città che si sveglia 41 anni dopo il terremoto del 1980. Una tragedia prima umana e poi amministrativa che è ancora attualissima. E che tra Valle, via Nicolodi e via Tedesco, raggiunge livelli di degrado inauditi. Ma ci sono anche i prefabbricati di Picarelli, quelli di Quattrograna est e ovest, e le stecche di via Amatucci, sgomberate non del tutto, e che l'amministrazione vorrebbe abbattere ma non può.

«Da sei mesi, il sindacato Sunia Cgil chiede l'attivazione di un osservatorio in Comune sulla questione. dice il segretario, Fiorentino Lieto Perché sui prefabbricati, la sostituzione edilizia e le nuove assegnazioni siamo all'immobilismo totale, dunque all'anno zero». Eppure adesso ci sono i fondi del Pnrr, occasione storica che non si può lisciare: «Il capoluogo rientra appieno nelle aree ad alto rischio sismico che, in Campania, potranno beneficiare di 150 milioni di euro. Ma ci sono continua diversi capitoli sui quali è possibile e necessario mettere in piedi un piano di ristrutturazioni fino al 2026. Ma bisogna darsi una mossa». La sostituzione procede a rilento via Tedesco è il paradigma di tutte le promesse mancate i nuovi appartamenti da assegnare scarseggiano. Ma non è del tutto vero. «La nuova graduatoria continua il segretario del sindacato non è mai uscita dal cassetto del Comune. Siamo fermi senza un motivo. Però se è vero che i nuovi alloggi non sono mai stati ultimati, ce ne sono 30-40 che restano murati perché il Comune non li ha più ristrutturati».

Sgomberi fermi fino al 31 dicembre per legge, il cane continua a mordersi la coda. E dal primo gennaio scatteranno pure i rincari previsti dall'Acer regionale. Qui con un'ulteriore incognita: «La Regione chiosa Lieto non ci ha ancora fatto sapere come intenderà formulare i rincari. Sull'intera vicenda alloggi, il prefetto farebbe bene a scendere in campo». Il terremoto è ancora plasticamente presente, poi, nelle macerie che ancora resistono in diverse zone urbane. Via Tedesco, centro storico, Corso vittorio Emanuele, viale Italia. Quarantun anni non sono bastati a consentire la demolizione di quegli edifici, spesso di proprietà dei privati, o ad autorizzare gli espropri. Un anno fa, celebrando la triste ricorrenza del terremoto, il sindaco Festa annunciò la cancellazione dei buchi neri. Dodici mesi dopo, assicura l'assessore all'Urbanistica, Emma Buondonno, «il Comune si è mosso con i fatti». «Abbiamo predisposto di piano di recupero per i tre progetti individuati, e siamo in attesa del rilascio dei pareri degli enti sovracomunali. Ciascun piano spiega - indica le categorie di intervento da realizzare, e chiarisce dove è previsto il restauro, dove la manutenzione o risanamento conservativo, dove la sostituzione. A seconda della cronologia edilizia dei fabbricati e dello stato dei ruderi, si agirà di conseguenza». Un iter certamente lungo e complesso, ma che sarebbe partito: «Una volta stabiliti tutti i parametri prosegue l'assessore all'Urbanistica - si potranno presentare i progetti architettonici per il passaggio nella commissione Urbanistica». Che però oggi non c'è, perchè ostaggio della guerra tra maggioranza e opposizione che ha paralizzato tutti gli organismi permanenti.

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Il Mattino