Proiettile per Pizzuti, i video delle Poste potrebbero incastrare il responsabile

Proiettile per Pizzuti, i video delle Poste potrebbero incastrare il responsabile
Potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso delle Poste centrali di via De Sancits. E anche quelle collegate alla control room della polizia municipale...

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Potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso delle Poste centrali di via De Sancits. E anche quelle collegate alla control room della polizia municipale potrebbero dare una mano agli investigatori per risalire al responsabile dell'atto intimidatorio nei confronti del direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino.


Venerdì scorso a Contrada Amoretta è stato recapitato un plico contenente un proiettile di una pistola calibro 7,65.

La Procura della Repubblica presso il tribunale di Avellino ha aperto un fascicolo, le indagini, condotte dalla squadra mobile della questura, sono coordinate dal sostituto procuratore Luigi Iglio che ha avviato l'attività di accertamento del personale agli ordini del vicequestore Giancarlo Aurilia.

Informato di ogni evoluzione della vicenda anche il procuratore capo Domenico Airoma. Sul fronte investigativo - coinvolti oltre agli agenti della Mobile anche quelli della polizia scientifica - si stanno effettuando accertamenti sulle modalità di spedizione. Dall'etichetta della raccomandata riportata sulla busta, una di quelle imbottite di colore giallo, è chiaro che questa sia stata spedita da uno sportello delle poste centrali di via De Sanctis. 

Il mittente, quasi certamente fittizio, riporta l'indirizzo di un'abitazione di Corso Europa ad Avellino. Il destinatario è l'ufficio della direzione generale dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. All'interno, una cartolina della città di Pisa (dove con il nastro adesivo era attaccato il proiettile), sul fronte la scritta «Saluti da Pisa»; sul retro le parole chiaramente leggibili «infermieri», «medici» e «pronto soccorso». Circostanza che fa escludere agli investigatori una minaccia di matrice o con movente politico. La questura, inoltre, tende a escludere qualsiasi relazione diretta con la vicenda, di stringente attualità, legata alla soppressione del pronto soccorso dell'ospedale Landolfi di Solofra.

Si propenderebbe per una minaccia generica che potrebbe essere stata inviata o da un lavoratore (per un presunto torto subito) o da un paziente (non soddisfatto delle cure prestate all'interno della struttura).

Il proiettile - come detto un calibro 7,65, di quelli in dotazione anche alle guardie giurate - è stato sigillato e sarà esaminato dalla Scientifica, che avrà anche il compito di effettuare i rilievi dattiloscopici sia sulla cartolina sia sulla busta esterna. 

Pizzuti non ha ancora sporto denuncia, si indaga quindi d'ufficio con l'ipotesi di reato per minacce: un fascicolo intestato contro ignoti è stato aperto dalla procura. Dopo una prima convocazione del manager per sommarie informazioni non è detto, però, che segua una denuncia dell'interessato. Che «con decisione e determinazione» ha espresso «una forte condanna e un grande rammarico soprattutto per le modalità attraverso le quali è arrivata la minaccia», ribadendo, così come già dichiarato alle forze dell'ordine «di non riuscire a comprendere le ragioni che abbiano potuto spingere qualcuno a compiere una tale azione».

Altre attestazioni di solidarietà sono giunte nella giornata di ieri. Il sindaco di Solofra Michele Vignola: «A nome della città di Solofra esprimiamo, con fermezza e decisione, forte condanna per il grave e vile atto intimidatorio di cui è stato vittima il dottore Renato Pizzuti. Mai devono venir meno intransigenza e rigore da parte di tutti, istituzioni e cittadini, a difesa della democrazia e contro la violenza. A Pizzuti giunga la più sincera solidarietà della nostra comunità». Vito Pelosi, sindaco di Serino: «Grande solidarietà e vicinanza da parte mia, dell'amministrazione comunale e dell'intera comunità di Serino per il vile atto intimidatorio dei giorni scorsi. Pizzuti continuerà nel suo lavoro con grande rigore e professionalità».

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Il Mattino