Annullato il decreto di sequestro di 72 confezioni di cannabis light effettuato dagli uomini della Guardia di Finanza in un tabacchi di Viale Italia, lo scorso 1 giugno, dopo la...
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Ad emettere il provvedimento, in virtù del quale è stata anche restituita la merce al gestore dell'attività commerciale, il tribunale del Riesame, sezione reale, di Avellino presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, con a latere Pierpaolo Calabrese e Lorenzo Corona, a seguito del ricorso presentato dal legale del titolare dell'attività commerciale sottoposta ai controlli, l'avvocato Carmine Danna.
Il decreto di sequestro posto in essere dai militari di via Pontieri era stato convalidato dal pubblico ministero Cecilia Annecchini. Decisivo per l'annullamento della misura cautelare, il rilievo che il principio attivo della sostanza posta sotto sequestro, fosse inferiore allo 0,5% ovvero alla soglia drogante, così come dimostrato dalla difesa dell'indagato Francesco Graziano nel ricorso spiegato dinanzi al tribunale del riesame.
I militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Avellino avevano avviato una serie di controlli mirati, dopo la sentenza della suprema Corte. Infatti gli agenti del Comando provinciale di via Pontieri avevano predisposto un dispositivo di controllo per dare attuazione al piano di contrasto all'uso di sostanze stupefacenti tra i giovani, anche con l'impiego delle unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle.
Dopo la sentenza e durante un controllo gli agenti hanno sequestrato 72 confezioni di infiorescenze essiccate di cannabis light, pari a 221 grammi, all'interno del distributore automatico di viale Italia, ubicato vicino ad istituti scolastici.
Nel distributore sottoposto a controllo, i finanzieri avevano rinvenuto diversi sacchettini da 3 e 5 grammi di infiorescenze. In modo particolare affianco alle confezioni erano posizionate cartine, filtri e accendini, nonché altro materiale necessario per confezionare le sigarette.
Secondo l'interpretazione delle Sezioni Unite, la legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis, come l'olio, le foglie, le infiorescenze e la resina. Precedentemente alla sentenza della Cassazione, la sostanza stupefacente poteva essere commercializzata al dettaglio esclusivamente per uso alimentare o a fini medici, ad esempio per la preparazione di tisane o unguenti per dolori alle ossa.
Ma il tribunale accogliendo la linea difensiva dell'avvocato Danna, ha ritenuto le confezioni sequestrate prive di efficacia drogante. E dunque possono essere tranquillamente commercializzate. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino