Rifiuti, piano del Comune ancora davanti al Tar «Procedura illegittima»

Camion in fila allo Stir in Irpinia
Mentre allo Stir di Pianodardine si continua a operare in regime di quasi saturazione, con rallentamenti e difficoltà, il nuovo corso della gestione del ciclo integrato dei...

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Mentre allo Stir di Pianodardine si continua a operare in regime di quasi saturazione, con rallentamenti e difficoltà, il nuovo corso della gestione del ciclo integrato dei rifiuti in Irpinia rischia seriamente di essere bloccato dai ricorsi al Tar. Dopo quello dei Comuni di Serino, San Michele di Serino, Montoro e Pago del Vallo Lauro contro la procedura di costituzione dell'Ato della Irpinia Rifiuti Zero, newco alla quale affidare il servizio, ecco l'impugnazione di Irpiniambiente dell'iter seguito dal Comune di Avellino per costituire la Grande srl. Per il primo l'udienza fissata per l'8 novembre è slittata al 22 dello stesso mese, lasciando un margine di tempo appena sufficiente per completare gli adempimenti e far partire dal primo gennaio 2024 l'attività sul territorio provinciale. Il secondo ricorso, invece, si discuterà il 6 settembre. Per l'istanza la partecipata di Palazzo Caracciolo si è affidata all'esperto avvocato napoletano, Giuseppe Russo. La richiesta è quella dell'annullamento, previa sospensione, di tutta la procedura dell'amministrazione comunale di Avellino, degli atti, delle delibere di Consiglio e delle determine dirigenziali che hanno portato alla scelta di costituire il Sub ambito distrettuale cittadino per gestire il servizio in autonomia rispetto all'Eda. Dunque, anche la gara a doppio oggetto per l'affidamento dello stesso e l'individuazione del partner privato nella società mista, poi rivelatosi la De Vizia Transfer spa, lo schema di convenzione con l'Ato, l'aggiudicazione della gara e la costituzione della società pubblico-privata Grande srl.

Il punto di partenza del ricorso è che Irpiniambiente ha con il Comune di Avellino il contratto di servizio più importante, sia in termini di valore economico che di personale impiegato, e ora attraverso una serie di presunti provvedimenti illegittimi l'ente è pronto a sostituire l'attuale gestore. Ciò determinerebbe un danno irrimediabile. Una perdita del servizio che, secondo l'avvocato Russo, avverrebbe al di fuori di ogni intesa con l'Ato e, quindi, di coordinamento con il Piano d'Ambito, con effetti negativi per la stessa partecipata e tutto il sistema di gestione dei rifiuti. In base agli atti ricostruiti da Irpiniambiente, innanzitutto il Comune capoluogo non avrebbe rispettato la scansione temporale obbligatoria per effettuare la procedura: opzione di costituirsi in sub ambito; presa d'atto dell'Ato e definizione convenzione; individuazione, d'intesa, del regime tariffario, della modalità di gestione scelta, nonché del contenuto minimo del contratto di servizio; approvazione, da parte dell'EdA e del Comune, dello schema di convenzione con autorizzazione alla loro sottoscrizione; e sottoscrizione della convenzione.

Mentre in merito alla gestione, secondo Irpiniambiente, non è stata garantita la consultazione pubblica dell'atto deliberativo ma solo del dibattito in Consiglio, non è stato acquisito il parere della Corte dei conti e motivato analiticamente il superamento di quello negativo espresso prima dell'indizione della gara e della scelta della società mista. All'origine del presunto "pastrocchio" burocratico, comunque, nelle 30 pagine di ricorso emerge la mancanza della preventiva sottoscrizione della convenzione con l'Ato, «inadempimento che ha determinato l'illegittimità dell'intero procedimento, tanto che solo in data 26 aprile 2023 - dopo l'indizione della gara - il Comune di Avellino ha trasmesso al Consiglio d'Ambito dell'Ato la delibera consiliare del 23 dicembre precedente di costituzione del sub ambito e di scelta della società mista come modello gestionale del servizio». Elementi che rientrano nella convenzione che deve essere preliminare perché è d'intesa con l'ente d'ambito che vanno definite le scelte del Comune affinché siano coerenti con il Piano d'Ambito, a partire dal modello di gestione. Inoltre, il Comune di Avellino non ha neanche chiesto ad Irpiniambiente l'elenco del personale in servizio nel cantiere prima della gara, anche se si è accordata per un canone fisso e predeterminato. 

 

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Il Mattino