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«Parte oggi un ciclo di lezioni che troveranno pubblicazione nella collana dei Quaderni della Fondazione Festa» spiega Daniela Calabrò, docente di filosofia teoretica all’Università di Salerno, ideatrice e promotrice, insieme ad un gruppo di colleghi ed ex allievi di Festa, del nuovo soggetto costituitosi lo scorso 17 luglio. Un avvio importante: «Roberto Esposito è uno dei filosofi più importanti nel panorama nazionale ed internazionale. Lo ringraziamo per la sua disponibilità. La fondazione nasce per seguire le traiettorie lasciate aperte dal pensiero filosofico di Francesco Saverio Festa: il suo posizionarsi tra filosofia, teologia e politica, l’attitudine al ragionamento, alla discussione con la sua tipica modalità interrogante con cui si concludevano molti dei suoi saggi. La Fondazione si propone di svolgere attività di ricerca a beneficio della collettività con particolare riguardo alla ricerca in campo filosofico, letterario, artistico, politico, sociale.
Ed ecco eventi culturali, convegni, seminari, conferenze, ma anche premi per tesi di laurea magistrale e per tesi di dottorato. La Fondazione sta lavorando al progetto “Le dimore della filosofia” con l’associazione di Dimore storiche campane. Sarà composta da 4 centri di ricerca e formazione: Forme e saperi filosofici, Filosofia moderna e contemporanea, Filosofia e Teologia politica, Filosofia della cura e Medical Humanitis. «Ciò che mi ha sempre colpito del suo magistero è di aver avuto sempre la pazienza e l’attitudine a dialogare con tutti, in particolar modo con i suoi studenti, a cui teneva tantissimo. Non concetti da trasmettere, ma posizioni da sperimentare, da mettere in discussione per poi ricominciare sempre da capo. Mi piaceva affidargli le conclusioni dei convegni che organizzavamo insieme. Era abile nel mettere in discussione tutte le posizioni che erano state assunte dai vari relatori. Era come se da quelle conclusioni si ripartisse per rimettere in piedi altre posizioni e successivi incontri». Docente di Storia della filosofia e di Filosofia politica presso l’Università di Salerno, Festa aveva apprezzato Cohen, Nietzsche, Scheler, Bloch, Gramsci e da ultimo Carlo Raimondo Michelstaedter «grazie al quale è nata la nostra collaborazione ed amicizia dal 2007» racconta Calabrò.
Il rapporto tra politica ed intellettuali nell’ottocento ed il novecento, ma anche la Biopolitica, le questioni relative al razzismo e all’immigrazione, a cui ha dedicato pubblicazioni e seminari di studi, sono tra gli aspetti di maggiore attualità del suo lavoro. Tra le sue monografie: Politica e/o Teologia (1999), Pensare la politica (2002), Terre di confine Politica-Filosofia-Teologia (2009), Un’altra teologia politica (2012) e Das ressentiment (2014) «dove ci parla del risentimento: un concetto particolarmente presente nella nostra epoca». In città, conosciuto e stimato da tutti, il filosofo-ragioniere (come egli stesso amava definirsi), è ricordato anche per l’istituzione della rassegna Borgo dei Filosofi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino