Rotondi: «Torniamo Dc, il mio nome nel logo»

La premier Meloni interviene al congresso di Saint Vincent

La Democrazia Cristiana torna al centro del dibattito politico nazionale e lo fa da Saint Vincent, in Valle d'Aosta, dove ieri pomeriggio si è chiusa, con...

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La Democrazia Cristiana torna al centro del dibattito politico nazionale e lo fa da Saint Vincent, in Valle d'Aosta, dove ieri pomeriggio si è chiusa, con l'intervento della premier Giorgia Meloni, la tradizionale convention promossa dal deputato irpino Gianfranco Rotondi. Un appuntamento che si ripete ormai da 40 anni e che ha fatto registrare due significative novità politiche: la presentazione del nuovo simbolo del partito e la conferma del patto federativo con il Nuovo Psi di Stefano Caldoro. «Quarant'anni fa - racconta Rotondi - già c'ero e non posso nascondere un po' di nostalgia. Abbiamo voluto ricordare Arnaldo Forlani, che chiudeva i lavori quando ad organizzare il convegno era Donat Cattin, e Silvio Berlusconi, che li ha chiusi quando è toccato a me».

Venendo alla politica, al centro del confronto è stato posto il futuro della formazione. «Torniamo alla denominazione Democrazia Cristiana - afferma Rotondi - perché è accaduto qualcosa di spiacevole: avendo adottato Verde è Popolare, altri, abusivamente, si sono impossessati della dicitura Dc. Il Tribunale, nel mese di agosto, ci ha dato ragione, ma ci ha anche avvertiti del fatto che se avessimo continuato a non utilizzare il nome, questo, in qualche modo, sarebbe finito sul libero mercato. Insomma, siamo di fronte al caso anomalo di un partito ripristinato per sentenza». Il nuovo simbolo, che resta uno scudocrociato, avrà, quale novità sostanziale, la dicitura «con Rotondi» al suo interno, che il deputato irpino, in verità, non apprezza troppo.

«Sono un po' allergico ai partiti personali - ammette - ma l'inserimento del nome è utile per evitare confusioni. D'altro canto, un po' tutti oggi adottano questo sistema, da Salvini a Meloni a Lupi, per cui va bene così». Soddisfatto Rotondi anche per la conferma del patto con il Nuovo Psi. «La federazione - spiega - è nata nel 2006, anno in cui si sono costituiti i gruppi parlamentari. In passato ha ottenuto grandi risultati e oggi è presente in quasi tutte le regioni d'Italia». Particolarmente importante è la presenza della formazione in Campania, dove «il gruppo consiliare regionale guidato da Livio Petitto è quello numericamente più grande tra i gruppi del centrodestra». Inevitabile un passaggio sull'Irpinia, vista la presenza massiccia di avellinesi all'appuntamento: dall'ex parlamentare Franco De Luca al segretario provinciale di Verde è Popolare, Fausto Sacco, passando per la dirigente di Fdi, Ines Fruncillo, il consigliere regionale Livio Petitto ed una nutrita delegazione di «Primavera Meridionale» capitanata dal presidente Sabino Morano.

«L'Irpinia - afferma Rotondi - è un laboratorio del dialogo tra la Dc e la destra meloniana. Nessuno all'inizio scommetteva sul fatto che una donna nata in un partito di destra potesse piacere ai democristiani, ma ad Avellino abbiamo avuto la capacità di anticipare un fenomeno generale». Il deputato racconta che andando a Milano, dove è stato più volte candidato. «Un tempo - afferma con un sorriso - si diceva che quello che si pensa a Milano, domani si pensa in Italia. Stavolta, possiamo dirci orgogliosi, come irpini, di aver anticipato anche i milanesi». D'altronde, aggiunge, «oggi Meloni si confronta con Biden, si allinea alle posizioni atlantiste, modera Salvini che scappa verso destra», e non è un caso che chiudendo il convegno di Sanit Vincent abbia mandato un messaggio «in linea con una forza politica europeista e moderata, insomma, la Dc».

 

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Il Mattino