Santo Spirito, chalet sommerso dai rampicanti

Nella strutturaci sono segni di festini e di incursioni vandaliche

Lo chalet al Santo Spirito
I bagni del Santo Spirito come i mostri del Parco di Bomarzo. Peccato che i servizi igienici del polmone verde di Avellino, a differenza delle sculture in basalto di Bomarzo siano...

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I bagni del Santo Spirito come i mostri del Parco di Bomarzo. Peccato che i servizi igienici del polmone verde di Avellino, a differenza delle sculture in basalto di Bomarzo siano inutilizzabili da bambini, famiglie, runner che, con l'arrivo del clima mite, iniziano a ripopolare il polmone verde al centro dei progetti di quattro amministrazioni comunali, Avellino, Atripalda, Mercogliano e Monteforte, che attendono il riconoscimento di interesse regionale del ben più ampio parco intercomunale del Fenestrelle.

Per l'assessore al patrimonio, Stefano Luongo, lo stato di degrado in cui versano i bagni a servizio del parco durerà ancora poco perché, spiega, «è in corso un intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria su tutte le strutture dell'area verde che, di qui a breve, sarà concluso». Eppure, basta andare leggermente oltre il centro del parco, la parte più frequentata, per rendersi conto che il degrado imperversa un po' ovunque.

Le strutture chiuse, inutilizzate da sempre, sono stracolme di rifiuti di ogni genere, segno che qualcuno, magari forzando ingressi mai aperti ufficialmente, le frequenta per bivacchi lontano da occhi indiscreti. Nella struttura ricettiva ad esempio, ci sono segni di festini e di incursioni vandaliche, scritte, muffa, finestre divelte, giacigli a dimostrazione che qualcuno sta utilizzando la foresteria per dormire. Del progetto di Di Nunno, che prevedeva la realizzazione di una foresteria, di un maneggio, di una stalla e di un punto ristoro dedicato alla degustazione di piatti tipici avellinesi, nulla è stato portato a termine. Strutture imbrattate e mangiate da muffa e vegetazione che, per essere aperte e consegnate alla città, necessiteranno inevitabilmente di interventi anche di tipo strutturale che, tradotto, significherà investire altri soldi pubblici come accade per tutti i beni realizzati ma rimasti inutilizzati e abbandonati per anni e anni.

Ed è in questo scenario che a giugno, ad esempio, si svolgerà uno degli eventi più attesi da bambini e ragazzi, gli Sport Days che, anche quest'anno, il Coni ha previsto proprio nel parco urbano. Sull'utilizzo delle strutture resta sempre valido il progetto dell'amministrazione, già approvato durante l'era Foti e riproposta dal governo Festa, di darle in gestione a terzi.

Un'ipotesi confermata da Luongo: «il parco è già fruibile e funzionante, ma lavoriamo per renderlo più attrattivo possibile con l'apertura di punti commerciali, di ristoro e della palestra. La volontà è quella di renderlo più funzionale, partendo dal progetto dell'amministrazione Di Nunno. Per questo individueremo, con una procedura pubblica, partner che potranno supportarci nella gestione delle strutture che riempiremo di contenuti». Se una nota positiva va registrata questa certamente riguarda l'avvio dei lavori di messa in sicurezza delle sponde del Fenestrelle, grazie al finanziamento da 1 milione ottenuto dal Ministero, che erano franate a causa delle forti piogge e della mancata manutenzione. Nel frattempo, l'ambizioso progetto del parco intercomunale del Fenestrelle è stato stoppato da Palazzo Santa Lucia. Bisogna verificare se l'istituzione del parco regionale del Fenestelle non oltrepassi il rapporto tra area protetta e area riservata alla caccia. Un vulnus di cui la Regione si è accorta dopo ben quattordici mesi dalla firma del protocollo con cui i comuni di Avellino, Atripalda, Monteforte e Mercogliano.
 

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Il Mattino