Sequestrati i guardrail autostradali: «Possibile un altro incidente»

Sequestrati i guardrail autostradali: «Possibile un altro incidente»
Un altro schianto contro un New Jersey, come quello del bus caduto dal viadotto Acqualonga nel 2013, potrebbe avere gli stessi esiti. Limite a 80 chilometri l'ora, riduzione...

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Un altro schianto contro un New Jersey, come quello del bus caduto dal viadotto Acqualonga nel 2013, potrebbe avere gli stessi esiti. Limite a 80 chilometri l'ora, riduzione della sezione stradale e protezioni laterali che inducono ad andare più piano. Sono le contromisure imposte ad Autostrade sui dodici viadotti i cui New Jersey bordo-ponte sono stati sequestrati sui 60 chilometri tra Baiano e Benevento sull'A16. Sulla banchina, cioè tra corsia esterna e New Jersey, verranno sistemate le protezioni di plastica. La situazione sarà questa fino a quando società Autostrade dimostrerà che non vi sono pericoli per chi transita. Se altre procure italiane, che sono state informate dell'attività in corso ad Avellino decidessero analogamente, andrebbe in crisi il sistema uo stradale del Paese.

 
Il braccio di ferro che si prospetta tra i periti di Autostrade e quelli della procura di Avellino appare fin d'ora estremamente duro. Autostrade sostiene che i lavori eseguiti sui viadotti tra Baiano e Benevento sono adeguati agli standard di sicurezza, per la procura gli interventi (ad esclusione di quello nel tratto di viadotto Acqualonga che fu interessato dall'incidente del 2013), non sono adeguati a garantire chi circola. Insomma non c'è prova che un incidente simile a quello del viadotto Acqualonga con i nuovi New Jersey - possa essere meno disastroso.

Le perizie sono state ordinate dalla procura dopo che il superperito Felice Giuliani, nominato dal tribunale, durante il processo aveva avanzato l'ipotesi che una manutenzione adeguata avrebbe derubricato l'incidente da strage a semplice schianto.

Oggi la Procura (su indicazione del pool di tre esperti composto da Andrea Demozzi, ingegnere trentino, Mariano Pernetti dell'Università di Napoli e dal direttore del centro di ricerca Enea di Roma, Gerardo De Canio) ritiene che l'intero sistema di protezione non sia stato testato adeguatamente. Gli interventi di sostituzione dei tirafondi sono stati eseguiti con procedure che i periti della Procura non ritengono come lo standard in questi casi. Inoltre gli elementi tecnici forniti dalla Società Autostrade non garantiscono i livelli di sicurezza necessari. Ci sono elementi tecnici non ancora chiariti da Autostrade e i periti non si sbilanciano con un via libera definitivo sui lavori eseguiti ad oggi per il ripristino delle barriere bordo ponte sul tratto autostradale tra Baiano e Benevento.


Anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha chiesto di fare chiarezza su alcuni particolari tecnici. Mancherebbe una verifica con crash test e nella documentazione consegnata alla Procura di Avellino ci sono test che contemplano situazioni ritenute non indicative rispetto all'effettiva resistenza delle barriere. Autostrade contesta su tutta la linea, ovviamente e ha chiesto al Riesame il dissequestro dei viadotti. Curiosamente l'unico intervento di ripristino ritenuto valido (dunque escluso dai sequestri) è quello sulla parte danneggiata dall'incidente del 2013, dove è stato ricostruito il New Jersey. La Procura contesta ad Autostrade anche che dall'acquisizione della documentazione presso il Ministero dei Trasporti sulle manutenzioni dal 2013, siano state rilevate irregolarità. Mai trasmessi al Mit i video dei crash test e documentazioni specifiche sui test per provare l'affidabilità dei New Jersey e sui materiali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino