Certificati falsi: ascoltati in Procura gli acquirenti dei titoli. Ieri il procuratore Rosario Cantelmo e il pubblico ministero Antonella Salvatore hanno ascoltato per ore coloro...
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Durante le perquisizioni furono acquisiti dei files excel con dei nominativi: 21 presso il Campus Academy che avevano conseguito l'attestato Eipass, e il gestore del file era Antonio Perillo, ed altri 23 nominativi individuati nei fogli excel per il rilascio dell'attestato di dattilografia presso l'istituto «Fra Luigi Monaco» che corrispondevano a quelli già ascoltati dagli inquirenti e che avevano confermato di aver ritirato i certificati falsi.
Nel registro degli indagati sono finiti, dunque, anche coloro che hanno pagato per ottenere i titoli falsi, senza frequentare alcun corso e senza alcuna competenza. Al momento la procura contesta ai 44 acquirenti il reato di corruzione in concorso con i 6 indagati sottoposti alle misure cautelari emesse lo scorso 24 gennaio scorso. Nel secondo filone d'inchiesta sui diplomi falsi condotta dalla procura di Avellino furono sottoposti alle misure cautelari Biagio Amato, legale rappresentante del Campus Academy nonché esaminatore, agli arresti domiciliari (annullati dal tribunale del riesame di Napoli dopo il ricorso degli avvocati Giuseppe Saccone e Gerardo Di Martino.
La misura fu emessa l'indomani di una sentenza di assoluzione in primo grado dal tribunale di Avellino per un episodio analogo), Gerardo Solimeno Medugno (sospensione dal pubblico esercizio per 12 mesi che non ha impugnato l'ordinanza) difeso dagli avvocati Giuseppe Saccone e Gerardo Di Martino, Antonio Perillo (ex collaboratore Cisl, sottoposto tutt'ora agli arresti domiciliari confermati dal Tribunale del riesame, condannato in primo grado per un episodio analogo a quattro anni e sei mesi di reclusione) difeso dagli avvocati Generoso Pagliarulo e Gianfranco Iacobelli, Michele Listo (sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria annullato dal riesame) Luigi Fabio Monaco (agli arresti domiciliari confermati dal riesame) e Ernesto Capone, funzionario del provveditorato agli Studi di Avellino, sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria annullato dal riesame dopo la discussione del legale Michele D'Agnese.
L'inchiesta - ricordiamo - ha portato alla luce un sistema rodato per ottenere diplomi e attestati senza frequentare i corsi, ma pagando un compenso che andava dai 2000 ai 3000 euro, anche se negli ultimi mesi come si evince dall'ordinanza le cifre per ottenere i titoli si erano drasticamente ridotte (600-700 euro). Gli inquirenti contestano agli indagati sottoposti alle misure firmate dal gip Vincenzo Landolfi, i reati di corruzione per atti contrari ai propri doveri d'ufficio e falsità materiale ed ideologica commessa da pubblico ufficiale, questi a vario titolo i reati in concorso, continuati ed aggravati. Le indagini costituiscono uno stralcio di una precedente attività investigativa che già nel gennaio 2018 aveva portato all'arresto di Antonio Perillo per un analogo episodio corruttivo. Gli inquirenti, nell'attività investigativa, hanno effettuate numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre a svolgere i tradizionali servizi di osservazione e controllo, acquisizione di materiale documentale.
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Il Mattino