È l'uomo che potrebbe aver costruito a tavolino la grande truffa. Il dirigente amministrativo è il terzo uomo dell'inchiesta sugli stipendi gonfiati...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un dirigente amministrativo che si occupava di contabilità e che attualmente non risulta indagato. Ed è colui che sarebbe andato quando l'inchiesta era in pieno fermento, dal magistrato a spiegare le sue ragioni.
La manager andò in procura a dicembre la vicenda ha avuto un esito giudiziario con gli avvisi di garanzia che sono statti inviati dalla procura della Repubblica.
«Non poteva non sapere» si disse, in sostanza. Il funzionario aveva sottomano tutti gli elementi per poter valutare come e quando venissero effettuati i bonifici in particolare ai dipendenti non strutturati. E se anche la denuncia non era partita dal suo ufficio, era evidente che anche lui potesse essere coinvolto.
Tra l'altro la gestione dell'intero sistema era stata così ben strutturata che la procura ha dovuto raccogliere una quantità molto consistente di documentazione prima di poter arrivare a definire l'entità della truffa (circa 600 mila euro).
Documenti cartacei, quelli che hanno accumulato in mesi di lavoro gli uomini del colonnello Gennaro Ottaiano, dato che i finanzieri avevano potuto accertare che i computer dell'Asl erano già stati oggetto di svariati tentativi di manomissione. Dunque si era provveduto a raccogliere uno dopo l'altro i cedolini degli stipendi del medico dell'Alta Irpinia, per verificare l'esattezza degli emolumenti corrisposti. Una cifra consistente quella su cui si sta lavorando, si parla di circa 600 mila euro, dunque andando a ritroso, il lavoro risulta allargarsi ai pagamenti risalenti al 2014 per arrivare man mano fino a i gironi nostri.
Che la modalità con la quale veniva portata termine le manomissioni, fosse complessa lo rivela la macchinosità del sistema individuato dal contabile. Al momento ritenuto, insieme al medico il responsabile della truffa.
Infatti mancano del tutto riscontri di rapporti personali, diretti, tra il dirigente e il medico che aveva avuto il principale beneficio dai mandato di pagamento, per così dire, «in triplice copia».
La vicenda ora assume connotati anche di ordine disciplinare, dato che la commissione interna di specialisti nominata dalla Morgante è al lavoro. Si prevede che possano esserci a breve dei provvedimenti nei confronti dei dipendenti coinvolti. Ma in una fase successiva, e non necessariamente al termine dell'inchiesta penale, potrebbero giungere iniziative della magistratura contabile. Il danno erariale è sempre in agguato. Se per il funzionario che non ha vigilato non si accerta il dolo, potrebbe dunque non esserci un provvedimento della magistratura ordinaria nei suoi confronti. Tuttavia potrebbe esserci per questa figura apicale dell'Asl un'iniziativa di tipo disciplinare e un intervento della Corte dei conti in caso si accerti il danno erariale. La vicenda doppi stipendi non finisce qui.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino