Asl, rimosse le telecamere nella sala riunioni

Dietrofront del direttore generale dell'Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante

Una delle telecamere rimosse
Dietrofront del direttore generale dell'Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante. Dopo la segnalazione de Il Mattino, l'altro giorno sono state rimosse le telecamere di...

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Dietrofront del direttore generale dell'Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante. Dopo la segnalazione de Il Mattino, l'altro giorno sono state rimosse le telecamere di sorveglianza installate, senza autorizzazione e senza alcuna comunicazione ai sindacati, nella sala riunioni del personale (all'ultimo piano degli uffici di via Degli Imbimbo).


Soltanto a rimozione avvenuta, il manager ha quindi convocato le parti sociali per chiarire la situazione degli altri occhi elettronici presenti nei corridoi e all'ingresso della struttura.

Ferrante avrebbe spiegato di aver inoltrato una richiesta, così come previsto dalla normativa, all'Ispettorato del lavoro prima di procedere all'attivazione del sistema di videosorveglianza. Richiesta, a quanto pare, limitata alle telecamere presenti nei corridoi e all'ingresso. Di qui, la «scomparsa improvvisa» delle altre due che per qualche settimana hanno registrato quanto accadeva nella sala riunioni. A margine del confronto con i rappresentanti sindacali di categoria è stato redatto verbale con annessa planimetria che indica i punti dove restano istallate le telecamere. Con il nulla osta, adesso sì, delle parti sociali.


«Tutto ciò che riprenderà il sistema di videosorveglianza installato non costituirà in alcun modo fonte di cognizione di prova ai fini disciplinari, salvo che le condotte oggetto delle riprese non integrino fattispecie di reato», spiega Massimo Imparato, segretario generale della Cisl Funzione pubblica Irpinia-Sannio. «Al di là delle allusioni - prosegue il sindacalista - che sarebbero state attribuite al direttore generale sulla natura equivoca relativa all'installazione degli occhi elettronici nella Asl di Avellino, vogliamo sottolineare che la norma è quanto mai chiara e riguarda la sola finalità dell'impianto elettronico: "L'installazione dei sistemi di videosorveglianza è idonea, infatti, a salvaguardare la documentazione contenente dati personali del titolare, nonché la strumentazione elettronica e le dotazioni mobili presenti all'interno della sede, nonché beni di proprietà dei dipendenti e collaboratori prevenendo atti vandalici, nonché perseguendo fini di tutela di persona e beni rispetto a possibili aggressioni, furti, rapine e danneggiamenti».


Resta, però, la segnalazione che sarebbe stata, comunque, inoltrare all'Ispettorato dal lavoro da un dipendente per «illecita installazione di sistemi di controllo» chiedendo «l'intervento dell'Istituto per procedere con urgenza alla visita ispettiva per l'accertamento della violazione dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori». Infine, ma non meno importante, Ferrante non ha ancora chiarito come mai abbia scelto il proprio ufficio come sede della «control room». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino