Traforo del Partenio, il comitato del no attacca Biancardi

Traforo del Partenio, il comitato del no attacca Biancardi
Il comitato No Traforo del Monte Partenio si costituisce ufficialmente e mette nero su bianco obiettivi e iniziative da realizzare, non prima, però, di denunciare la...

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Il comitato No Traforo del Monte Partenio si costituisce ufficialmente e mette nero su bianco obiettivi e iniziative da realizzare, non prima, però, di denunciare la latitanza di associazioni ambientaliste e partiti politici.


Ieri mattina la riunione organizzativa nella sede di SiPuò e l'adesione di movimenti, esponenti politici di Sinistra e amministratori. Da Franco Mazza, per Salviamo la Valle del Sabato e Isde - Medici per l'Ambiente, al consigliere comunale in quota Si Può Amalio Santoro, da Vincenzo Petruzziello per Irpinia Trekking ad Arturo Bonito del coordinamento provinciale Giovani Comunisti. Con loro il segretario della federazione provinciale di Rifondazione Comunista Tony Della Pia, Giancarlo De Crescenzo di SiPuò, Generoso Testa per il Movimento difesa del cittadino, Gianni Ferraro del Pcl, Giovanni Montesano del coordinamento No Triv, Michele Solazzo No Eolico Selvaggio, Luigi Pedoto per l'associazione La Piazzetta e il consigliere comunale di San Martino Valle Caudina Giuseppe Pedoto.

Tutti pronti alla mobilitazione che, però, dovrà essere anticipata da due atti preliminari: la verifica da parte di tecnici esperti del documento di fattibilità fatto redigere dalla Provincia, e in particolare dal presidente Domenico Biancardi, vero fautore del collegamento tra Valle Caudina, A16 e Mandamento attraverso un percorso di 12 km, di cui 2,9 di tunnel, appunto, e un'interrogazione al sindaco di Avellino affinché esprima un'opinione sul progetto. A seguire un confronto pubblico anche con chi è d'accordo sull'infrastruttura, e quindi, oltre al vertice di Palazzo Caracciolo, anche il consigliere regionale Vincenzo Alaia e Confindustria, una serie di incontri sul territorio provinciale e il coinvolgimento nel dibattito di associazioni, sindacati, comunità e sindaci.

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Promotore dell'interrogazione al primo cittadino di Avellino, sarà il consigliere Santoro che lancia i suoi strali contro l'amministrazione di piazza Libertà: «Siamo di fronte a un ente Provincia che sembra un oscuro cda dove vige un pensiero unico e non si capisce neanche se ci sia davvero una componente di minoranza. Se Festa ambisce a far ricoprire dal Comune questo ruolo di guida come capoluogo dell'Irpinia, come giusto che sia, allora deve avere una sua posizione sulla questione, ma non mi illudo di ottenere grandi contributi. Dietro questo progetto ci sono grandi interessi e forse si giocherà anche un pezzo di campagna elettorale, in uno scenario che vede il territorio abbandonato a se stesso, opere congelate e una montagna da mettere in sicurezza. Di fronte a tutto ciò la Provincia dice che la soluzione è il tunnel invece del raddoppio ferroviario. Intanto, scopriamo un altro uomo solo al comando che non si sa bene neanche a quale partito appartenga».

Ma se le azioni individuate sono tante, Della Pia prova a farne una sintesi: «La nostra avversità al progetto non deriva da un pregiudizio ideologico ma da una serie di valutazioni tecniche, economiche e ambientali che suggeriscono molta cautela. Il problema del collegamento tra la Valle Caudina e il resto dell'Irpinia è reale, per questo occorre proporre risposte concrete: il completamento dell'asse attrezzato Paolisi-Pianodardine, la riqualificazione dell'Appia e il raddoppio della rete ferroviaria tra Benevento e Napoli. Inoltre, il Parco del Partenio è un'area tutelata e vincolata, si trova in un quadrante altamente sismico e precario da un punto di vista idrogeologico, e il tunnel potrebbe provocare dei problemi al suo importante serbatoio idrico».


Dubbi, nel corso della riunione, sono stati espressi anche sul reale costo dell'infrastruttura, stimato molto al rialzo rispetto ai 150 milioni di euro ipotizzati, e la durata dei lavori troppo lunga. «Sulla viabilità provinciale - aggiunge Mazza - ci sono altre necessità, non ultima una verifica di ponti e cavalcavia. Dalla Provincia mi aspetterei un piano che individui gli interventi di messa in sicurezza urgenti, specie nelle scuole. L'alto impatto ambientale e la spesa considerevole, poi, necessitano di un confronto. Strano che Biancardi abbia annunciato questo progetto solo ora e non alla sua candidatura. Sindaci e consiglieri provinciali dicano cosa ne pensano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino