Avellino: l'avvocato Taormina scrive all'Avvocatura: «L'Ordine mi tuteli»

Dopo il deferimento del Tribunale

Il tribunale di Avellino
Aste Ok, l'avvocato Taormina chiede tutela. Dopo il deferimento da parte del tribunale di Avellino al consiglio nazionale forense dell'avvocato Carlo Taormina (difensore...

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Aste Ok, l'avvocato Taormina chiede tutela. Dopo il deferimento da parte del tribunale di Avellino al consiglio nazionale forense dell'avvocato Carlo Taormina (difensore dell'imputato Gianluca Formisano accusato (accusato di associazione e turbativa d'asta), è stata presentata una nota alla Camera Penale Irpina e al consiglio dell'ordine degli avvocati di Avellino. L'avvocato Taormina precisa che «per essermi battuto per evitare di acquisire una falsa testimonianza di un carabiniere che avrebbe comportato una condanna dell'imputato per associazione camorristica di fronte ad un tribunale che impediva e mi impediva di evitare l'acquisizione della testimonianza falsa, sono stato deferito dal tribunale agli organi di disciplina forense, ho chiesto tutela all'Ordine degli Avvocati di Avellino e alla Camera Penale dell'Irpinia, in attesa di assumere le ulteriori determinazioni. Auspico che gli organi di autotutela dell'Avvocatura assumano le giuste misure a tutela del diritto di difesa rispetto ad una situazione di una tale gravità. Sono certo che i baluardi della libertà e indipendenza della Avvocatura sapranno agire per la riaffermazione del diritto di difesa dichiarato inviolabile dalla nostra Costituzione onde intraprendere un percorso che sottragga gli avvocati alla succubanza e agli schiaffi della magistratura». Nella nota depositata ieri mattina e pubblicata anche sulle pagine social, l'avvocato Taormina ha sottolineato «che la falsa testimonianza da me denunziata in udienza, sicuramente con un intervento sopra le righe a cagione dell'ostruzionismo del tribunale e del pubblico ministero, è stata acclarata nella stessa udienza, avendo, il teste carabiniere, ritrattato nel prosieguo della stessa udienza».

Intanto ieri mattina per il processo principale sul Clan Partenio, sono iniziate le prime arringhe difensive degli avvocati. Ieri hanno discusso gli avvocati Michele Basile, Generoso Pagliarulo e Giacomo Pace, che difendono rispettivamente Giuseppe Moscariello, per cui il pubblico ministero ha richiesto 17 anni di condanna, Sabino Mariano per il quale sono stati chiesti 5 anni di reclusione e Franco Ambrosone per il quale sono stati chiesti 9 anni di reclusione nella scorsa udienza. Il pubblico ministero complessivamente al termine della sua requisitoria ha chiesto 387 anni di reclusione per i 21 imputati e per i quali il processo proseguirà il prossimo 30 maggio quando la parola passerà agli avvocati difensori. I tre avvocati che hanno discusso ieri, hanno chiesto l'assoluzione per i loro assistiti. Per l'avvocato Michele Basile «non sarebbero emerse prove che potessero dimostrare la sua concreta affiliazione al clan» ed ancora per l'avvocato Pagliarulo «non ci sarebbe mai stata attività estorsiva, non esistono prove che avvalorino il reato di usura. Il mio assistito era un semplice autista» ed infine l'avvocato Pace ha chiesto «la riqualificazione del fatto perché non può esistere l'aggravante mafiosa in quanto ha prestato denaro senza mai chiedere interessi usurai, vi sono le prove che non gli è stato restituito mai nulla». 

 

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Il Mattino