Ucciso a martellate a Monteforte Irpino: «Era una furia, colpiva anche le donne»

Ucciso a martellate a Monteforte Irpino: «Era una furia, colpiva anche le donne»
Qui in zona, Luigi il cinese lo conoscevano tutti. Da quando, circa dieci anni fa, aveva avviato quell'attività commerciale, aiutato dalla moglie e dai figli, anche...

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Qui in zona, Luigi il cinese lo conoscevano tutti. Da quando, circa dieci anni fa, aveva avviato quell'attività commerciale, aiutato dalla moglie e dai figli, anche loro ribattezzati con nome italiani, Franco e Leonardo. Ci aveva impiegato davvero poco a conquistare la fiducia dei residenti della zona. Sempre disponibile, sorridente e pronto a soddisfare ogni richiesta. Il sorriso con cui accompagnava ogni risposta era un po' il suo segno distintivo. Il suo modo per sentirsi uno del posto. Perché, in fondo, è così che si considerava. Ed è così che tutti nel quartiere lo consideravano. Sia i tanti abitanti che al suo punto vendita Beautiful City si rivolgevano per l'acquisto di minuteria varia, accessori per l'elettronica e tutto quanto l'incredibile mondo del madeinchina propone, sia i titolari delle attività vicine. Che ieri mattina lo hanno visto morire, inermi. Molti di loro sono rimasti sotto shock per ore. Il titolare del bar che si trova a due passi dal luogo in cui è stato colpito a morte Luigi non riesce a darsi pace. Così come gli altri commercianti della zona. Che ricordano come il 56enne, si era integrato perfettamente nel contesto di Alvanella, partecipando alla vita locale, consumando presso le attività locali. 

«Spesso veniva a fare acquisti nel mio negozio di abbigliamento - ricorda Francesco Boccia, imprenditore che opera proprio a due passi dal luogo in cui è stato ucciso l'uomo - e lo stesso faceva anche con le altre attività che si trovano in zona. Tutti gli volevamo bene proprio per i suoi modi semplici, spontanei, educati. Potrei raccontare tanti aneddoti per evidenziare quanto ci tenesse a sentirsi parte di questa comunità». Incredulità e rabbia è manifestata anche dagli abitanti del quartiere. «Poteva trovarsi chiunque in quel momento nel negozio evidenzia una passante, giunta sul posto pochi minuti dopo il delitto - Ero scesa di casa per andare a fare delle compere proprio lì. Cosa sarebbe accaduto se fossi giunta qualche minuto prima?». Un interrogativo angosciante al quale preferisce non immaginare la risposta. Il pensiero di tutti va alla moglie dell'uomo e ai suoi due figli. Il più piccolo, Leonardo, ha completato gli studi proprio a Monteforte. Ed era un po' l'ombra-interprete del papà all'interno dello store. Il più grande, invece, da qualche tempo aveva avviato, insieme alla compagna, un'attività propria a Grottaminarda. 

«Anche io come tutta la comunità montefortese ho appreso con orrore e spavento la notizia dell'omicidio del 56enne commerciante cinese di Alvanella e del grave ferimento di un cliente bulgaro di 49 anni. Non ci sono attenuanti e scusanti per un gesto così violento - è il primo pensiero Costantino Giordano - , perciò in qualità di sindaco, seguirò da vicino la vicenda, collaborando pienamente con le forze dell'ordine». Giordano ribadisce la sua vicinanza a tutta la comunità che invita a un momento di riflessione collettiva. «Dobbiamo vigilare sulla nostra comunità, rafforzando lo spirito di collaborazione e aiuto, in questo momento di tensione e nervosismo collettivo che sta colpendo tutto il nostro Paese. Concludo, esprimendo profondo cordoglio». Proprio alcuni dipendenti dell'azienda di famiglia del primo cittadino di Monteforte sono stati tra i primi ad individuare e bloccare, con l'ausilio di altre persone del posto, l'omicida, che subito dopo il delitto si è dato alla fuga lungo la Nazionale, fino a raggiungere via Taverna Campanile. L'uomo è stato bloccato nei pressi di un ristorante. «Un collega che si stava recando a lavoro ci ha chiamato dicendo che c'era una persona che brandiva due martelli e minacciava i passanti spiega uno dei dipendenti di Giordangomme intervenuto per disarmare l'uomo -. Aveva preso di mira anche una donna con un bimbo. Ci siamo precipitati tutti in strada e lo abbiamo individuato, anche perché c'erano le auto che cominciavano a rallentare. Sembrava fuori di testa, diceva frasi sconnesse, ha fatto un riferimento al lavoro che forse aveva perso. Lo abbiamo invitato ad abbassare i martelli ma non voleva saperne. In poco tempo ci siamo ritrovati a circondarlo e lì, nonostante il suo tentativo di aggredirci, siamo riusciti a disarmarlo ed abbiamo atteso l'arrivo delle forze dell'ordine». 

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Il Mattino