Questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Avellino hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa della misura cautelare in...
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La misura cautelare è scaturita al termine di approfondite investigazioni successive all’omicidio di Michele Tornatore, avvenuto ad aprile scorso in provincia di Avellino, per cui fu dopo pochi giorni venne tratto in arresto un pregiudicato del posto. L’uomo è ritenuto responsabile di aver distrutto l’autovettura Nissan Almera in uso alla vittima nonché il cadavere di Tornatore occultato all’interno, con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. nonché al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata clan Genovese, operante ad Avellino e provincia.
Si sta dunque chiudendo il cerchio intorno agli assassini di Michele Tornatore, il 62enne di Contrada (Avellino), il cui corpo carbonizzato nel bagagliaio della sua auto data alle fiamme venne trovato il 7 aprile scorso in una località di montagna dell'avellinese. Il trentenne di Fisciano è accusato di favoreggiamento aggravato e distruzione di cadavere per aver materialmente trasferito il cadavere di Tornatore, ucciso con un colpo di pistola alla nuca, in una zona di montagna tra Contrada e Serino e di aver appiccato le fiamme all'auto. Secondo gli inquirenti, l'indagato sarebbe legato al clan camorristico Genovese, attivo ad Avellino e nella zona del Partenio.
Per l'omicidio di Michele Tornatore, era stato arrestato nei mesi scorsi Francesco Vietri, 54 anni, con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio, avvenuto presso l'attività di vendita di auto usate e pezzi di ricambio rottamati che Vietri gestisce in una zona isolata di Banzano. Ad inchiodarlo, le registrazioni del Gps montato sull'auto, presa a noleggio, con la quale Tornatore si recò all'appuntamento: il rilevamento dell'apparecchio ha rilevato che l'auto di Tornatore, il giorno dell'omicidio, restò parcheggiata per 10 ore nel piazzale dell'esercizio commerciale. Il movente sarebbe riconducibile ad un regolamento di conti dovuti a passaggi di denaro tra i due. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino