Vaccino italiano al Moscati, parte la sperimentazione

Vaccino italiano al Moscati, parte la sperimentazione
Parte la sperimentazione del vaccino ReiThera all'Azienda ospedaliera Moscati. Sono una cinquantina i volontari, tra loro molti irpini, che sono stati arruolati dalla...

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Parte la sperimentazione del vaccino ReiThera all'Azienda ospedaliera Moscati. Sono una cinquantina i volontari, tra loro molti irpini, che sono stati arruolati dalla città ospedaliera di Avellino, individuata tra i 27 centri clinici (26 in Italia e uno in Germania) per partecipare alla seconda fase dello studio del composto sviluppato dall'azienda farmaceutica in collaborazione con l'istituto Spallanzani di Roma. I primi nove sono stati convocati nel pomeriggio di ieri. «È una cosa che avrei voluto fare da tanto tempo, ma fino a questo momento non c'era stata la possibilità di un simile esperimento», dice uno dei vaccinati, Giuseppe De Angelis, originario di Carife ma residente, da anni, nel capoluogo. «È un'opportunità unica», aggiunge con evidente entusiasmo. «Non potevo non coglierla. Sono convinto che vaccinarsi è una cosa fondamentale, in quanto non vedo altra alternativa per uscire da questa drammatica situazione che sta condizionando le nostre vite da oltre un anno a questa parte». Per l'uomo, fino a questo momento, nessun effetto avverso: «Sto benissimo e sono certo che non ci saranno complicazioni. In ogni caso, per questo come per tutti gli altri vaccini in circolazione, i benefici sono maggiori dei rischi. Io l'ho fatto ieri e lo ripeterei altre mille volte».

E, fortunatamente, De Angelis non è il solo a pensarla così. Centinaia le richieste di adesione pervenute nei giorni scorsi da tutta Italia all'infettivologo Sebastiano Leone, referente dell'Azienda ospedaliera Moscati per la sperimentazione del vaccino, il quale, dopo aver verificato il possesso dei requisiti di inclusione, ha convocato per ieri pomeriggio i primi volontari e per sabato prossimo tutti gli altri soggetti idonei. Le dosi di vaccino e di placebo per avviare la sperimentazione sono state consegnate ieri mattina. E dalle 15 in poi, in ambiente protetto e alla presenza di personale sanitario con specifiche competenze, sono state effettuate le inoculazione in coordinamento con la Farmacia ospedaliera. La fase dello studio, che vede coinvolto il Moscati, è di tipo randomizzato controllato, ovvero i partecipanti sono assegnati in modo casuale a diversi gruppi, di cui uno solo sperimentale che riceve il trattamento, mentre gli altri sono di controllo-confronto. Nello specifico, i soggetti arruolati hanno la possibilità di circa il 66 per cento di ricevere la dose di vaccino. Su tre volontari, infatti, uno riceverà due dosi di vaccino (a distanza di 21 giorni), un altro una dose di vaccino e una di placebo e il terzo due dosi di placebo. L'assegnazione ai diversi gruppi è stratificata secondo criteri predefiniti e né i volontari né gli sperimentatori sapranno il gruppo di assegnazione (studio cosiddetto «a doppio cieco»). I risultati registrati da ciascuna struttura saranno successivamente raccolti ed elaborati a livello centrale: l'obiettivo è produrre quanto prima il primo vaccino anti-Covid fatto in Italia. Intanto, prosegue la campagna vaccinale dell'Asl di Avellino.

Ieri sono state somministrate 1635 dosi (tra prime e richiami): 96 presso il centro vaccinale di Mirabella Eclano, 112 a Monteforte Irpino, 119 all'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi, 72 nel centro vaccinale dello stesso comune, 240 ad Avellino, 223 ad Ariano Irpino, 108 a Vallata, 104 a Montefalcione, 154 a Grottaminarda, 48 ad Altavilla Irpina, 54 a Montella, 120 a Bisaccia, 126 a Lioni e 59 nelle residenze sanitarie. Accordo raggiunto anche coi medici di medicina generale che presto saranno in campo. Dopo il patto stretto in Regione, 193 camici bianchi irpini saranno impegnati nei 22 centri vaccinali della provincia, una ventina faranno le iniezioni anche presso i propri studi. Altri saranno a supporto delle Usca per la vaccinazioni domiciliari (circa 5mila i prenotati over 80). «Tutti abbiamo aderito su base volontaria», dice Francesco Sellitto, presidente dell'Ordine dei medici di Avellino. «Tuttavia, ancora non sappiamo quando saremo operativi nei centri e nei nostri studi. Dopo aver formalizzato la nostra adesione, è l'Asl che deve comunicarlo: avevano fretta di stringere questo accordo, quindi aspettiamo a breve una convocazione». E altri rinforzi potrebbero arrivare: l'Asl di Avellino ha avviato (e concluso) due manifestazioni di interesse per reclutare sia infermieri sia amministrativi da inserire nelle sedi vaccinali.
 

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Il Mattino