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«Negli ultimi anni si è notata sia un’aumentata attenzione e sensibilità al problema da parte delle Istituzioni sia una maggiore fiducia da parte delle vittime, che sempre più di frequente si rivolgono alle forze dell’ordine per ottenere supporto e protezione. Un’importante funzione ha avuto la comunicazione para-istituzionale, attraverso la diffusione sul territorio di centri antiviolenza che insieme alle forze di polizia - con le quali condividono percorsi formativi comuni - supportano la donna vittima di abusi e sopraffazione». Lo spiegano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino in vista della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
L’invito del comando provinciale dei carabinieri di Avellino è sempre quello di trovare il coraggio di denunciare e segnalare: «il “ciclo della violenza” conduce al progressivo isolamento della donna maltrattata che pensa di vivere una anomala situazione di disagio, di cui, a volte, si sente addirittura responsabile».
Un breve vademecum, redatto dall'Arma, può fornire dei suggerimenti utili: non confidare sui cambiamenti di carattere e di comportamento promessi da un partner violento e non lasciarsi influenzare negativamente dalle sue offese e dalle sue minacce; in caso di ferite o lividi andare quanto prima al Pronto Soccorso di un ospedale e dichiarare la verità; chiamare appena possibile il “112”, Numero Unico Europeo per le Emergenze; rivolgersi ad appositi centri che possono dare consulenze legali, bancarie e psicologiche gratuite o contattare telefonicamente il servizio “1522” (gratuito e attivo 24h su 24h), i cui operatori forniscono alle vittime -assicurando loro l’anonimato- un sostegno psicologico e legale nonché l’indicazione di strutture pubbliche e private presenti sul territorio a cui potersi affidare.
«La comunicazione e la sensibilizzazione sul problema - spiegano i carabinieri - rappresentano uno strumento essenziale per la lotta alla violenza.
«Uno spazio riservato, nel quale - continuano dall'Arma - si possono raccontare gli abusi le violenze e le vessazioni subite, in un ambiente protetto, accogliente e riservato, non promiscuo rispetto ai normali uffici di ricezione del pubblico della Caserma. Lo spazio dedicato è anche idoneo ad accogliere i figli minori delle donne vittime delle violenze, che così potranno stare vicini alle loro mamme in questi momenti difficili».
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