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Smog scatenato, arriva l'ordinanza. Il 2023 parte sotto una cattiva stella sul versante dell'inquinamento atmosferico e costringe gli enti locali alle contromisure. Come anticipato, a Capodanno le centraline operanti in città hanno misurato concentrazioni di polveri sottili oltre il limite di legge. Un trend che è proseguito anche nei due giorni successivi, come ha certificato ieri Arpac che ha reso noto il superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo d'aria anche il 2 e il 3 gennaio. È verosimile, date le condizioni meteoclimatiche che favoriscono il ristagno dei veleni, che gli sforamenti siano proseguiti anche nei giorni seguenti, ma bisogna attendere i nuovi aggiornamenti dell'Agenzia regionale per averne la conferma.
Quanto già accertato è sufficiente per far scattare la necessità di adottare i correttivi utili a far rientrare i valori entro limiti di tollerabilità minima. Palazzo Mosti ha varato ieri l'ordinanza di contenimento degli inquinanti che era stata sollecitata formalmente il giorno prima dall'Arpac in base a quanto previsto dalla legge regionale 36/2020 che stabilisce l'obbligo di emanazione di provvedimenti d'urgenza in caso di superamento presso almeno 2 centraline (nello specifico: via Mustilli e Santa Colomba) e condizioni meteorologiche congiunturali sfavorevoli al ricambio d'aria.
Al vicesindaco Francesco De Pierro e al dirigente Maurizio Perlingieri non è rimasto quindi che firmare l'atto con il quale, a partire da ieri e fino a domenica, sul territorio comunale saranno in vigore misure straordinarie di riduzione delle emissioni.
L'ordinanza vieta «qualsiasi forma di combustione all'aperto, con divieto esteso anche alle deroghe consentite dall'articolo 182, comma 6 bis, del decreto legislativo numero 152 del 2006 (piccoli cumuli in fondi agricoli, ndr)».
Il testo emanato dai decisori di Palazzo Mosti dispone inoltre «il potenziamento dei controlli ad opera della Polizia municipale per garantire il rispetto del divieto di utilizzo degli impianti termici a biomassa legnosa, di combustioni all'aperto e di dispersione dei liquami».
Compito invero arduo per il Corpo guidato dal comandante Fioravante Bosco, in considerazione del notevole numero di impianti termici alimentati a legna esistenti sul territorio comunale.
Verosimilmente non si andrà oltre la mera dichiarazione d'intenti, anche se Bosco assicura che verrà garantito «adeguato servizio di pattugliamento per assolvere a quanto previsto dall'ordinanza». In caso di accertamento, «la violazione delle prescrizioni - attesta il provvedimento municipale - sarà punita con sanzioni amministrative da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro, oltre alle responsabilità di carattere civile e penale».
Ma se nel capoluogo l'adozione dell'ordinanza ha rappresentato poco più di un automatismo, qualche perplessità in più la comunicazione dell'Arpac l'ha suscitata nei centri della provincia, pressoché ignari della problematica smog. Non si è fatto cogliere impreparato però il primo cittadino di Airola Vincenzo Falzarano che già nella serata di mercoledì aveva messo nero su bianco il provvedimento che vieta fino al 7 gennaio «qualsiasi tipologia di combustione all'aperto, l'utilizzo di generatori con classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle» e gli altri comportamenti citati a proposito del Comune di Benevento. «Lo abbiamo fatto - spiega Falzarano - in applicazione delle disposizioni di legge che agiscono su tutto il territorio regionale. Non riguardano dunque solo Airola, ma si tratta comunque di misure cautelative da rispettare».
pa.bo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino