Le bellezze di Sant'Agata de' Goti non si esauriscono nel perimetro del borgo antico. L'area verde che circonda il centro è ricco di splendidi paesaggi ed...
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L'episodio risalirebbe a un paio di settimane fa, la pubblicazione delle foto è di ieri ed ha suscitato lo sconforto e la rabbia di molti santagatesi. Un episodio noto anche alla polizia municipale. «Siamo stati informati da alcuni residenti - racconta il comandante Vincenzo Iannotta - e siamo intervenuti ma purtroppo non abbiamo trovato nessuno. C'è un lavoro di monitoraggio che con l'arrivo dei turisti stiamo portando proprio per intercettare certi personaggi ed evitare situazioni del genere». «Purtroppo spiega Iannotta - non sempre riusciamo a essere tempestivi per la concomitanza dei tanti impegni a fronte di un organico che non è all'altezza delle esigenze di un territorio come il nostro». Iannotta spiega come si tratti di comportamenti assolutamente vietati, ad esempio dalle norme sul decoro urbano o dalle disposizioni in materia di Covid considerato che le foto che mostrano dei chiari assembramenti.
A spiegare però l'importanza dell'antico lavatoio che va ben oltre il valore affettivo che lega i santagatesi a questa costruzione è Rosanna Biscardi, architetto manager di area vasta e studiosa della storia e dell'architettura di Sant'Agata. Biscardi è autrice di due libri sul centro sannita, di cui uno, «L'arco in fondo alla Valle», dedicato proprio all'arco gotico di contrada Reullo, parte dell'antico lavatoio «assalito» dai vandali. «Come cittadina di Sant'Agata prima e come studiosa e appassionata di storia e architettura poi sono rimasta veramente esterrefatta da queste foto - racconta - perché non avrei mai creduto che potessero esserci delle persone così incapaci di comprendere la bellezza di questo monumento medioevale e del lavatoio settecentesco costruito al suo interno. Si tratta di una struttura molto particolare che ha un valore simbolico per tutti i santagatesi e un valore storico inestimabile, e di conseguenza vederlo ridotto a una piscina o una pozzanghera dove alcune persone bestialmente si lavano i piedi mezze nude mi è sembrata una cosa veramente assurda. Probabilmente non avevano 5 euro per pagarsi una piscina, e se fosse così ci vedo anche una certa meschinità di fondo». «La struttura esterna, un arco gotico, è un rudere di una grunge benedettina del 1200 circa racconta la studiosa - e una struttura molto particolare perché contiene un arco gotico di prima costruzione. Al suo interno è stato ricavato nel 1772 un lavatoio, molto prezioso per la popolazione dove venivano lavati i panni nell'antichità, cosa che viene fatta ancora oggi conservando una vecchia tradizione. Mai qualcuno della popolazione si era permesso di profanare questo luogo. Se non c'è già andrebbe posto un vincolo da parte della Soprintendenza. In quel momento si potrebbero avere finanziamenti per la conservazione del rudere, cosa fatta in passato grazie ai fondi della Comunità montana. Gli abitanti sono le persone che possono dare il maggiore aiuto per la tutela del bene, quelli che frequentano la zona e quelli che vi abitano e che in passato sono stati sempre molti vigili. Colgo l'occasione per chiedere alla futura amministrazione comunale di impegnare i volontari civici per la struttura». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino