Appia, scontro politico sul cantiere «lumaca» in contrada Epitaffio

Appia, scontro politico sul cantiere «lumaca» in contrada Epitaffio
Il cantiere «lumaca» sull'Appia, nel territorio di contrada Epitaffio per la realizzazione dei marciapiedi, oltre a creare disagi e a rappresentare un caso, ha...

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Il cantiere «lumaca» sull'Appia, nel territorio di contrada Epitaffio per la realizzazione dei marciapiedi, oltre a creare disagi e a rappresentare un caso, ha provocato un nuovo scontro politico tra la maggioranza e l'opposizione. Un botta e risposta che potrebbe finire, addirittura nelle aule giudiziarie, come ha minacciato Luigi Diego Perifano, leader della minoranza. A scatenare il caso l'incidente avvenuto venerdì mattina con un camion che ha perso un carico di lastre di vetro, proprio in un tratto in cui è stato allestito il cantiere, che hanno mandato in frantumi il parabrezza di un'auto che lo seguiva. Incidente che ha provocato il ferimento del conducente della vettura. Nel pomeriggio di venerdì il coordinamento di «Città Aperta», in un documento, oltre a chiedere nuovamente l'accelerazione dei lavori cominciati mesi fa per poter chiudere il cantiere «che è un pericolo per gli automobilisti e i pedoni ed è fonte si sofferenza per i residenti della zona», ha accusato l'amministrazione dei ritardi.


Una situazione che, tra l'altro, si è complicata ulteriormente dopo che circa quindici giorni fa è arrivato lo stop ufficiale da parte della Soprintendenza che ritiene che nel sottosuolo possa trovarsi l'Appia Antica. Alla luce di ciò è stata richiesta l'effettuazione di sondaggi preventivi su quel tratto di strada, anche se il Rup e il direttore dei lavori hanno già ufficializzato di non aver rinvenuto alcun reperto durante i lavori di scavo già effettuati per la realizzazione di una prima parte di marciapiedi. Tutto, dunque, è fermo con tempi a questo punto difficili da prevedere.

Rispetto al «cartello di cantiere» che riporta la data di consegna dei lavori lo scorso 18 gennaio 2021 con ultimazione prevista entro 162 giorni, si è già accumulato un anno di ritardo considerato che senza intoppi la fine dei lavori doveva avvenire lo scorso 28 giugno. In questa ottica l'assessorato ai lavori pubblici si era posto un cronoprogramma che prevedeva la chiusura per il prossimo 21 luglio. In quel tratto di strada molto trafficato e pericoloso resteranno i disagi per residenti, attività commerciali e automobilisti a causa del restringimento della carreggiata. Problemi che si acuiscono anche a causa della velocità con cui transitano auto e mezzi pesanti quando la strada non è intasata, in particolare nelle ore serali e notturne.

Duro il consigliere comunale portavoce di Apb Luigi Diego Perifano: «Non bisogna attendere che capiti qualcosa di brutto - dice - per risolvere i problemi. Abbiamo denunciato più volte la lentezza con cui procedeva il cantiere in contrada Epitaffio, procurando enormi disagi ai residenti e costituendo un serio pericolo per la viabilità. Le sollecitazioni a velocizzare i lavori rivolte all'Amministrazione dai consiglieri comunali di opposizione e in particolare da Angelo Miceli, capogruppo di Città Aperta, sono tuttavia cadute nel vuoto. Adesso basta però: se non vi è una decisa accelerazione per completare l'intervento saremo costretti a fare un esposto».

Così replica l'assessore ai lavori pubblici Mario Pasquariello: «È evidente che l'incidente avvenuto venerdì con la perdita di lastre da un camion non è stato causato dal cantiere. Questo è importante dirlo, altrimenti la gente ha un messaggio distorto, fermo restando che quando si apre un cantiere inevitabilmente si crea qualche disagio. L'area di cantiere è segnalata come prescrive la legge. D'altronde ci sono un direttore dei lavori e un responsabile della sicurezza che si assumono la responsabilità del rispetto della legge. Per quanto riguarda le lungaggini dei lavori, va detto che non si sono mai fermati per volontà della ditta o dell'amministrazione comunale». L'assessore chiarisce i motivi dei blocchi registrati finora: «Come ho avuto modo di dire anche ai consiglieri di minoranza che me lo chiedevano in commissione, il primo stop si è reso necessario perché si è dovuta fare una variante progettuale in quanto nel momento di realizzare gli scavi ci si è resi conto che alcuni sottoservizi non erano dislocati così come era previsto negli elaborati progettuali e dalle piantine sulle quali i tecnici avevano lavorato, pertanto sono state necessarie alcune variazioni proprio per evitare problematiche a livello logistico. Fatta questa variante che ha richiesto i tempi dovuti si era ripreso di buona lena e immaginavamo di chiudere entro il 21 luglio. Poi è intervenuta la Soprintendenza».


In attesa delle decisioni della Soprintendenza, Pasquariello manda un messaggio alla minoranza: «Probabilmente bisognerebbe concentrarsi su altro e non su un'attività che è positiva, che risolve un grosso problema in una zona in cui ci sono stati incidenti tra i quali diversi abbastanza gravi. Qualcuno si ricordasse di questo e strumentalizzasse di meno».
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Il Mattino