BENEVENTO - Dei significati profondi del Natale parlerà tra qualche giorno. Intanto chiede a tutti un attimo di attenzione, un varco nel presente cannibale, che spolpa...
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Il presule cita nel titolo del suo intervento («Il paese di cuccagna») il libro di Matilde Serao (1856-1927) uscito originariamente a puntate nel 1890 sul quotidiano Il Mattino. In esso si compiva un’analisi «geniale» del vissuto partenopeo, «dominato e guastato dal gioco del lotto che, come un’immensa piovra dai mille tentacoli, aveva finito per avvolgere nelle sue spire tutte le classi sociali e ridurre in miseria anche persone più che benestanti». Accrocca rileva in quel testo «un canto d’amore struggente per la bella Napoli, unito alla rabbia che sale incontenibile per l’acquiescenza totale con cui la città intera si sottometteva alla piovra che la strangolava inesorabilmente e con crudeltà ingoiava i miseri che le si prostituivano».
Il problema su cui riflettere, allora, è perché si scommette su tutto e non su se stessi. Rassegnazione o scarsa fiducia nei propri mezzi? Il miraggio del paese di cuccagna, avverte l’arcivescovo, «trascina tutti a fondo, la gran passione del guadagno grosso, immediato, dovuto alla fortuna, alla fine – troppo tardi, però – rivela il suo inganno. Ieri come oggi!». L’allarme, che più di un secolo fa lanciava la Serao per Napoli, potrebbe oggi interessare Benevento e il Sannio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino