Benevento, 11 condanne al clan Sparandeo

Benevento, 11 condanne al clan Sparandeo
BENEVENTO - La Corte di Appello di Napoli ha ribaltato la sentenza che era stata emessa dal Gup Nicola Quatrano nel febbraio del 2015 per quello che è ritenuto essere il...

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BENEVENTO - La Corte di Appello di Napoli ha ribaltato la sentenza che era stata emessa dal Gup Nicola Quatrano nel febbraio del 2015 per quello che è ritenuto essere il «clan Sparandeo» emettendo undici condanne. Ieri i magistrati partenopei hanno condannato Giancarlo Baiano a 10 anni, Mirco Botticelli a 8 anni, e 8 mesi, Francesco Norice a 8 anni e 8 mesi, Mario Russo a 7 anni e 4 mesi, Arturo Sparandeo (1953) 11 anni e un mese, Arturo Sparandeo (1983) 15 anni e 4 mesi; Corrado Sparandeo (1957) 11 anni, Corrado Sparandeo (1986) 16 anni, Saverio Sparandeo 11 anni e un mese, Silvio Sparandeo 3 anni e 4 mesi, Stanislao Sparandeo 10 anni. Confermate le assoluzioni di altri imputati come era avvenuto in primo grado. I magistrati della Corte di Appello, terza sezione presidente Mirra, hanno ritenuto tra l’altro di nuovo sussistere l’associazione a delinquere in difformità dei precedenti verdetti.


Infatti i precedenza c’erano state assoluzioni in serie per quello che è definito appunto il «clan Sparandeo» da parte del Gup di Napoli Nicola. Assoluzioni che erano giunte nel febbraio del 2015 ad opera del Gup Nicola Quatrano. Il verdetto di assoluzione aveva riguardato la maggior parte degli imputati che aveva fatto ricorso al rito abbreviato. È così accaduto che era caduta per tutti l’accusa di associazione a delinquere, dopo che erano state tra l’altro ritenute inutilizzabili le intercettazioni. Solo otto nel 2015 erano stati condannati: Corrado Sparandeo (1986) 5 anni, Giancarlo Baiano 2 anni e 6 mesi, Mirco Botticelli 2 anni e 4 mesi, Mario Milo 6 mesi, Francesco Norice 4 anni, Mario Russo 6 anni Salvatore Sirico un anno e 10 mesi. Il blitz risale a marzo del 2014 quando ci furono ventisei ordinanze di custodia cautelare, di cui dieci notificate in carcere per il clan Sparandeo e altri indagati. Provvedimenti emessi dalla Dda di Napoli. Gli inquirenti la definirono operazione «Tabula rasa», con chiaro riferimento all’azzeramento di una situazione criminale. Imputazioni differenziate per gli imputati, che andavano dall’associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione, usura traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, rapina danneggiamento seguito da incendio.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino