Rissa al carcere minorile di Airola, tre agenti feriti: «sicurezza al collasso»

Gli aggressori sono due detenuti nordafricani, in isolamento per scabbia, provenienti dall'Ipm di Torino

Carcere minorile di Airola
Due detenuti nordafricani, in isolamento sanitario perché affetti da scabbia, hanno distrutto una cella e aggredito tre agenti della polizia penitenziaria nel carcere...

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Due detenuti nordafricani, in isolamento sanitario perché affetti da scabbia, hanno distrutto una cella e aggredito tre agenti della polizia penitenziaria nel carcere minorile di Airola. A denunciare l'accaduto è il vice coordinatore regionale per il settore minorile della Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), Sabatino De Rosa.

Quando uno dei due detenuti, dopo la visita di controllo, è stato giudicato guarito (e quindi poteva rientrare in comunità) è andato in escandescenza perché non voleva lasciare il compagno. I due hanno quindi iniziato a sfasciare tavolo e sedie presenti in cella e a procurarsi autonomamente dei tagli sulle braccia in segno di protesta. Inoltre, hanno lanciato contro i poliziotti tutto ciò che era a loro disposizione nella cella, al punto da colpire con un pezzo di legno alcuni agenti.

Sul posto è quindi intervenuto il personale sanitario del 118 che ha dovuto medicare detenuti e poliziotti feriti.

«Il Sappe - si legge in una nota di Donato Capece, segretario generale del Sappe - esprime vicinanza ai poliziotti feriti, rivolge un plauso a tutti quelli intervenuti e dice basta a queste continue assegnazioni di detenuti presso il carcere minorile sannita, ormai prossimo alla chiusura per i lavori di ristrutturazione prevista per il prossimo mese di marzo. La struttura non permette più al personale di polizia penitenziaria di lavorare rispettando almeno i criteri minimi di sicurezza e non è accettabile che si continuino a disporre assegnazioni di detenuti ad Airola. Non è accettabile che, pur di assegnare questi due detenuti (provenienti dall'Ipm di Torino), si sia permesso di far affrontare loro un volo di linea a contatto con altri civili pur sapendo che fossero già affetti da scabbia».

«Da anni - conclude Capece - specie da quando la politica ha deciso che anche i maggiorenni fino a 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili, abbiamo chiesto inutilmente ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e, contestualmente, da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana è più complessa e problematica di quello che si immagina».

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Il Mattino