Per il cambio di un paio di scarpe non comode è sfuggita, insieme col padre, all'attentato di Barcellona. E' successo alle 16enne Elvira D'Aronzo, beneventana....
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«Come bisogna iniziare un pensiero del genere?» scrive la ragazzina qualche ora dopo la tragedia. «La vera domanda - continua - è come continuarlo, come trovare le parole giuste per definire queste molestie che piegano il mondo e i suoi abitanti. Un'Europa schiava del terrore, felicità schiava dalla paura... La consapevolezza della cruda realtà di cui sentivo tanto parlare in televisione che oggi è diventata la mia realtà e l'incubo di persone come me, entusiaste della vita e delle bellezze che essa ha da offrire. Oggi ringrazio quel paio di scarpe rosse che forse mi hanno salvato la vita, perché davvero me l'hanno salvata. E quei 20 minuti prima in cui ero lì e sarei dovuta rimanere per visitare quel luogo tanto affollato dai turisti? Non credevo che un giorno questo potesse capitare a me, ma sono qui a raccontarlo». Continua Elvira: «Dico a tutti coloro che leggono: godetevi la vita, non lamentatevi delle piccole imperfezioni e sfumature negative che riempiono i bordi delle vostre vite soddisfacenti e felici, ogni momento ha un valore inestimabile...».
E, ancora: «La mia toccata e fuga a Barcellona è stata un'esperienza di vita, una tragedia incancellabile, che porterò sempre come cicatrice sul cuore? Il mio cuore batterà per sempre con quello delle migliaia di persone che erano vicino Plaza Catalonya intorno alle 17 di questo pomeriggio? Pregate per questo mondo così malato e contorto, reso invivibile da coloro che fanno del male alla razza umana. Siamo tutti fratelli, bisogna lottare insieme, perché - conclude la sedicenne - non dobbiamo lasciarli vincere. Noi dobbiamo vincere, insieme. Non dimenticatevi mai di vivere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino