Parroco trasferito, scoppia la rivolta dei fedeli contro il vescovo

Parroco trasferito, scoppia la rivolta dei fedeli contro il vescovo
Benevento. A Bonea la rivolta e le contestazioni dei fedeli, peraltro annunciate e previste, sono esplose, poco dopo le 18, quando in piazza don Eduardo Caturano è arrivata la...

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Benevento. A Bonea la rivolta e le contestazioni dei fedeli, peraltro annunciate e previste, sono esplose, poco dopo le 18, quando in piazza don Eduardo Caturano è arrivata la Fiat Croma blu con a bordo l'arcivescovo di Benevento, monsignor Andrea Mugione, seguita da un'altra vettura con a bordo don Lorenzo De Chiara, il nuovo parroco di Bonea.




Il trasferimento di don «Giambo», il parroco a cui fedeli qualche mese esternarono la propria solidarietà dopo l’incendio doloso che gli distrusse la vettura, non è stato digerito. Sabato mattina una delegazione si era recata in curia per chiedere a Mugione di rivedere le sue decisioni. Decisioni irremovibili. Da qui le veementi proteste. «Vergogna», è stato ripetuto più volte fino a quando Mugione non è entrato in chiesa scortato dai carabinieri, così come quando è andato via dopo la celebrazione eucaristica e l'insediamento ufficiale del nuovo parroco.



La protesta è stata affidata anche ad alcuni striscioni. Quello che recitava «Mugione = cosa nostra» lo ha preceduto mentre saliva la scalinata della chiesa. Anche in chiesa non è mancato uno striscione. Naturalmente, dai toni più soft. Su un grande lenzuolo bianco appeso in alto, di fronte all'altare, è stato dato il benvenuto al nuovo parroco, «ma non condividiamo il trasferimento di don Giambo».



Nell'omelia l'arcivescovo, che probabilmente aveva previsto la rivolta dei fedeli dopo la protesta di sabato a Benevento, non poteva non far riferimento alla situazione di Bonea. Altrove, il trasferimento di un sacerdote sarebbe stato un normale avvicendamento. Non è stato così per il «cambio» tra don Giamberto Mastronardi e don Lorenzo De Chiara.



Questa volta Mugione non ha potuto far finta di niente. E quindi nell'omelia ha fatto qualche riferimento a quanto accaduto da più di un anno a Bonea, dove a don Giambo lo scorso giugno è stata incendiata l'auto. Mugione, prima di presentare il nuovo parroco, ha detto che avrebbe voluto «vivere una giornata eucaristica con don Lorenzo e don Giamberto che aveva concordato con me il trasferimento. Quella sua opera di essere profeta della legalità è stata contradetta da questa manifestazione».



Poi ha affermato che «il sacerdote va guardato sotto lo sguardo misterico, sacramentale, altrimenti si corre il rischio di non accettarlo. Bello o brutto ogni volta si cerca sempre qualcosa. Oppure se magari si fanno lavori in parrocchia è perché ci sono soldi da buttare, se invece si parla di problemi pratici si ci sente dire perché si impiccia di queste cose».



Mugione ha fatto riferimento anche alla sua esperienza di prete e ai trasferimenti da una parrocchia a un'altra. «Quando vi è un cambio si lasceranno sempre amicizie. Quindi non è conveniente tornare mai in quel posto». Insomma, come a dire che don Giambo a Bone non tornerà. Poi ha aggiunto che «vedere certe manifestazioni è la negazione della parola di Dio. Mi è dispiaciuto vedere anche bambini fuori gridare come ossessi». Naturalmente ha anche cercato di alleggerire la tensione con qualche battuta. Non comprese, o forse ritenuta inutile, per i fedeli.



A Bonea presenti anche gli ex parrocchiani di don Lorenzo, giunti da Vitulano, che hanno assistito al suo insediamento nella chiesa di San Nicola. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino