La chiusura al traffico del ponte San Nicola, progettato dall'ingegnere Morandi, e il conseguente dispositivo di traffico previsto per alleviare disagi al traffico stanno...
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I commercianti e i titolari di locali pubblici della zona si dicono penalizzati perché per raggiungere le loro attività, essendo ora il ponte chiuso, tocca fare un giro più lungo e, di conseguenza «i clienti preferiscono il centro città, piuttosto che affrontare traffico o tempi di percorrenza più lunghi». Nelle ore di punta, chi abita il quartiere, per evitare il traffico in zona Ponticelli, si vede costretto a usare il raccordo, mentre altri abitanti dicono che spesso dimenticano della chiusura del ponte e che gli tocca «fare tutto il giro perché non è visibilmente segnalato, essendoci solo i nastri all'inizio del ponte». «Spesso si notano in difficoltà anche gli autobus, i conducenti dimenticano della chiusura e girano intorno per riprendere la corsa».
«Il ponte è stato chiuso un'altra volta come dopo l'alluvione. Ma i controlli non erano già stati fatti?», dice più di un residente. Alla rotonda, dove c'è il deposito Asia, si creava già un ingorgo nelle ore di punta, adesso che la viabilità è costretta, per la chiusura del ponte, a concentrarsi in questa zona, i disagi sono maggiori. «Non si vedono i vigili a gestire tutto questo» lamentano ancora residenti e commercianti. Inoltre, fanno presente che «le criticità maggiori ci saranno alla riapertura delle scuole» lamentando proprio l'assenza di gestione del flusso di auto e palesando una reale preoccupazione in vista della nuova stagione scolastica che, inevitabilmente, creerà più ingorghi. Basti pensare al numero di scuole presenti nell'area che gravita attorno al ponte. «Non sappiamo con certezza quando riaprirà - dicono - e per questo siamo preoccupati. Ci siamo già passati».
Nel quartiere, chi più e chi meno, i commercianti o proprietari di attività si sentono in qualche modo penalizzati. Per la pompa di benzina che si incontra appena dopo il ponte, la farmacia, i bar, la tabaccheria è un ritorno al passato, vale a dire al periodo post alluvione. Più ottimisti coloro che frequentano la palestra della zona: «Siamo abituati al traffico qui, per noi il disagio è relativo». Residenti e commercianti temono di essere abbandonati e chiedono maggiore attenzione rispetto alla zona «al di qua del ponte» perché si sentono ancora una volta gli unici a dover pagare le conseguenze di questa situazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino