Benevento, De Girolamo a processo: spunta un nuovo testimone in aula

Benevento, De Girolamo a processo: spunta un nuovo testimone in aula
Depositati numerosi documenti da parte di uno dei difensori e decisione del collegio giudicante di ascoltare, in una prossima udienza fissata per il 6 febbraio, fra Pietro...

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Depositati numerosi documenti da parte di uno dei difensori e decisione del collegio giudicante di ascoltare, in una prossima udienza fissata per il 6 febbraio, fra Pietro Cicinelli, legale rappresentata dell'ospedale «Fatebenefratelli». Queste le decisioni emerse nel corso dell'udienza del processo che vede imputati la ex parlamentare Nunzia De Girolamo, anche ieri in aula, il suo ex collaboratore Luigi Barone, l'ex digì Asl, Michele Rossi, Giacomo Papa, all'epoca collaboratore dell'esponente politico, dirigenti e funzionari dell'Asl, tra i quali Felice Pisapia, ex direttore amministrativo, Gelsomino Ventucci, ex direttore sanitario, Arnaldo Falato, ex responsabile della gestione delle spese, e il sindaco di Airola, Michele Napoletano. I reati addebitati agli indagati, con posizioni processuali diverse, sono a vario titolo associazione a delinquere, concorso in concussione, abuso di ufficio, offerta d'utilità per ottenere il voto elettorale. La richiesta di audizione di frate Cicinelli, voluta dal collegio giudicante presieduto da Daniela Fallarino (con giudici a latere Simonetta Rotili e Francesca Telaro), è stata una scelta degli stessi magistrati, visto che né difesa né accusa avevano ritenuto di dovere citare fra Cicinelli.


Il rappresentante dell'ospedale, che nel processo è parte civile, sarà chiamato a chiarire il suo ruolo nella vicenda della gestione del bar dell'ospedale, finita anch'essa nell'attuale procedimento penale. Infatti, secondo l'accusa, la ex ministra avrebbe spinto Rossi a intensificare i controlli dell'Asl presso il nosocomio e spingere Cicinelli a far liberare i locali del bar dal gestore, per far sì che si potesse stipulare un nuovo «contratto con altro titolare, cugina della De Girolamo». Ma ieri mattina è stato anche ascoltato un perito, Marco Zonaro, consulente della difesa che ha preso visione delle registrazioni che erano state fatte da Felice Pisapia nel corso dei colloqui nell'abitazione del padre della De Girolamo. Il perito, in particolare, ha sostenuto le difficoltà nell'esaminare queste registrazioni perché «non conosciamo l'apparato su cui sono state registrate» e, ha aggiunto, «esistono delle anomalie delle date non concordi con le registrazioni». Altro teste sentito il giornalista Fabrizio d'Esposito de «Il fatto quotidiano», citato dalla difesa, che ha ricordato come le intercettazioni di Pisapia, sette anni fa, erano nella disponibilità del suo giornale e di «ciò informai sia la De Girolamo che il marito. Mi fu detto in redazione che trattava di un documento che stava a cuore a quella parte del Pd che si si richiamava a Umberto Del Basso De Caro».


Poi c'è stata, da parte dell'avvocato Roberto Prozzo, difensore di Michele Rossi, l'esibizione di una imponente documentazione composta di più faldoni, in parte già presente agli atti del processo, e che i vari legali - sia degli imputati che di parte civile - hanno chiesto di poter consultare nel dettaglio. Il pubblico ministero Assunta Tillo si è detta contraria ad acquisire questi documenti perché già noti e inseriti negli atti processuali. Oltre all'udienza del 6 febbraio è stato deciso di tenerne un'altra il 16 aprile ed anche quella conclusiva con la sentenza il 7 maggio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino