Ricorsi seriali con procure false contro operatori telefonici: avvocata sospesa

Presentava ricorsi senza avere nessuna delega da parte degli utenti

Ricorsi seriali con procure false contro operatori telefonici
I finanzieri del Comando provinciale di Benevento hanno eseguito un'ordinanza applicativa del divieto temporaneo di esercitare la professione forense, per la durata...

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I finanzieri del Comando provinciale di Benevento hanno eseguito un'ordinanza applicativa del divieto temporaneo di esercitare la professione forense, per la durata di un anno, emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli su appello proposto dalla Procura di Benevento, confermata anche dalla Cassazione, nei confronti di un'avvocata civilista del Foro di Benevento, gravemente indiziata di aver commesso numerosi reati di falso.

Le indagini dei finanzieri della tenenza di Montesarchio, coordinati dalla Procura di Benevento, sono scattate a seguito delle querele presentate da due gestori di servizi di telefonia nei confronti dell'indagata, con le quali segnalavano gravi anomalie in centinaia di ricorsi seriali presentati dalla stessa di fronte al Giudice di Pace per conto di vari clienti, tutti finalizzati ad ottenere l'esibizione e la consegna agli utenti dei contratti telefonici da parte degli operatori. 

I ricorsi si basavano proprio sulla mancata consegna dei contratti telefonici agli utenti, nonostante le richieste avanzate, e, a seguito dell'emissione da parte del Giudice di Pace competente per territorio dei relativi decreti ingiuntivi, gli operatori telefonici venivano condannati al pagamento delle spese di lite in favore dell'indagata, quale procuratore antistatario, pari a circa euro 246,50 per ogni contratto telefonico non esibito, in quanto provvisoriamente esecutivi e muniti di atto di precetto.

 

Tuttavia, le richieste presentate dall'indagata agli operatori telefonici per ottenere la consegna dei contratti telefonici erano del tutto irrituali, in quanto prive di una formale delega e del documento di identità del cliente. Le indagini hanno permesso di appurare che nessun utente aveva mai conferito alcun incarico alla professionista; in molti casi gli stessi hanno negato di avere mai avuto la disponibilità delle utenze telefoniche indicate nei ricorsi. Pertanto, i ricorsi per decreto ingiuntivo presentati dalla professionista si basavano su procure alle lite del tutto false, in quanto mai sottoscritte dai clienti. 

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Il Mattino