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È di 63 milioni di euro il budget per le opere pubbliche da realizzare al «Rummo» nel triennio compreso tra il 2024 e il 2026, facendo affidamento su 22 milioni del Pnrr, oltre che su fondi in possesso dell'amministrazione, altri erogati in base al decreto Arcuri e a contributi di provenienza diversa. Il programma è stato predisposto dall'unità complessa di Manutenzione e gestione del patrimonio e, oltre alle opere edilizie, comprende l'approvvigionamento di arredi, dispositivi medici e non, grandi apparecchiature da acquistare per un importo che supera di poco i 20 milioni di euro.
Nelle opere da realizzare, oltre ai numerosi interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria, compresi in una forbice tra i 50.000 e i 500.000 euro, sono inclusi progetti importanti, quali la ristrutturazione e l'adeguamento di alcuni padiglioni per un costo di 4 milioni di euro; l'adeguamento del reparto di Neurologia per 1,4 milioni; l'implementazione del Pronto soccorso Covid per 3,3 milioni; attivazione di 12 posti letto di Terapia subintensiva per 2 milioni; la riqualificazione e l'ammodernamento tecnologico del servizio di Radioterapia, che prevede anche l'acquisto di un secondo acceleratore nucleare per 5,5 milioni; la realizzazione di un'unità operativa di Medicina nucleare per 7 milioni di euro; l'adeguamento funzionale della Centrale di sterilizzazione per 4,5 milioni; la realizzazione del Polo di emergenza per 8,7 milioni e l'adeguamento sismico dei padiglioni del «Rummo» per 13 milioni di euro.
Una parte dei fondi stanziati servirà a ristrutturare i reparti dell'ospedale cittadino che necessitano di essere rinnovati e migliorati, mentre una significativa somma del budget a disposizione dell'azienda servirà ad acquistare attrezzature elettromedicali e macchinari che consentiranno di arricchire il parco tecnologico, già parzialmente ampliato nell'ultimo triennio.
In merito all'adeguamento sismico del padiglione «San Pio», che è l'ala dell'ospedale più «antica», sarà effettuato un intervento radicale, mirato al rinforzo strutturale delle pareti portanti, utilizzando placcaggi con materiale speciale, intonaci fibrorinforzati e reti di contenimento per inglobare le pareti della struttura.
Nell'arco di qualche anno, la «cittadella ospedaliera» dovrebbe cambiare volto, se si tiene conto anche degli altri interventi già effettuati e di quelli per l'implementazione del Pronto soccorso Covid, destinati a rafforzare il servizio sanitario ospedaliero, attraverso un piano di riorganizzazione per fronteggiare in modo adeguato le emergenze pandemiche, garantendo anche l'incremento di attività di ricovero in Terapia intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure. In seguito alle criticità insorte nel corso della pandemia da Covid-19, si è reso necessario intervenire soprattutto sulle unità di Pronto soccorso e sulle Terapie intensive e sub intensive, procedendo su due binari paralleli per migliorare le prestazioni ordinarie e fornire una risposta esaustiva alla gestione della situazione epidemiologica correlata sia a una recrudescenza del Covid ma anche a eventuali epidemie future, separando nettamente i percorsi di accesso e di cura. La necessità di reperire posti letto da destinare ai pazienti Covid, nel corso della fase acuta della pandemia, ha determinato una serie di disservizi, di chiusure e di accorpamenti di reparti che hanno avuto conseguenze nefaste soprattutto sui pazienti cronici. È quindi di fondamentale importanza evitare che questo accada di nuovo.
Per fare un esempio pratico, il reparto di Pneumologia subintensiva, punto di riferimento per pazienti con patologie croniche a carico dell'apparato respiratorio e con malattie autoimmuni, entrambe di grave entità, per l'intera durata della pandemia ha dovuto limitare gli accessi ai pazienti ordinari e barcamenarsi tra il ricovero di persone con difficoltà respiratorie croniche e pazienti Covid, sia per carenza di posti letto che per non mettere a rischio di contagio i malati con patologie importanti.
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